Dallo scorso 15 ottobre, nei cieli italiani ha iniziato a volare ITA Airways e ha smesso la vecchia Alitalia. Un passaggio di consegne che ha sancito la morte della compagnia di bandiera dopo 74 anni di vita. Pochi giorni prima, ITA aveva acquistato all’asta il marchio Alitalia per 90 milioni di euro. Il prezzo di base fissato dai commissari con il bando indetto a settembre era stato di 290 milioni, un valore giudicato spropositato. In assenza di offerte, le trattative private avviate tra vecchia e nuova compagnia hanno permesso alla prima di incassare liquidità preziosa per le proprie casse.

ITA ha dovuto alzare l’offerta dai 40 milioni iniziali.

Ma l’aspetto più curioso di questa vicenda consiste nel fatto che il marchio Alitalia non sarà usato dalla nuova compagnia. Il presidente di ITA, Alfredo Altavilla, ha reso nota la rottura definitiva con il passato. La livrea non sarà cambiata, così come le divise del personale di volo e di terra e le insegne negli aeroporti. La prima resta, dunque, azzurra con il logo in oro bianco e il tricolore in coda. Nulla a che vedere con la storica livrea di Alitalia.

ITA senza marchio Alitalia

Per quale assurdo motivo ITA non si chiamerà Alitalia? Lo spiega lo stesso Altavilla, le cui parole lasciano trasparire l’intenzione si sottrarre l’acquisto del marchio alla concorrenza. Dunque, 90 milioni spesi per impedire che qualche altra compagnia utilizzasse lo storico marchio tricolore. Ci sarebbe di più. La cifra è servita ad Alitalia a pagare parte degli stipendi di settembre. Senza l’offerta, lo stato avrebbe dovuto mettere nuovamente le mani in tasca per fronteggiare la spesa. Certo, che poi ITA sia un’altra azienda pubblica è un’altra storia. In sostanza, a pagare è sempre pantalone.

Il mancato utilizzo del marchio Alitalia, tuttavia, non sarà senza conseguenze Il nome è sconosciuto ai passeggeri italiani e stranieri e, pertanto, non riscuote lo stesso appeal.

Peraltro, ITA è l’acronimo di Italia Trasporto Passeggero e l’aggiunta “Airways” fa cadere francamente le braccia, se è vero che ci sarebbe la pretesa di diventare la nuova compagnia di bandiera dell’Italia. Al di là delle intenzioni, manca la riconoscibilità del nuovo marchio e del logo. E questo per una realtà nuova rischia di essere un limite non secondario per un debutto di successo. Oltretutto, la flotta è più che dimezzata rispetto a quella di Alitalia e al lungo raggio sono destinati appena 7 velivoli.

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