Il calo dei follower su Instagram per i Ferragnez non si arresta. Chiara Ferragni risultava averne perso fino a ieri oltre 375 mila rispetto all’apice toccato prima della metà di dicembre. Fedez ha limitato le perdite a 175 mila. Fatto sta che la risalita non s’intravede e l’influencer più popolare in Italia è diventata una sorta di Re Mida al contrario. Se fino al “pandoro-gate” trasformava in oro tutto ciò che toccava, adesso sembra vero il contrario.

Insulti contro l’albergo sponsorizzato da Ferragni

E’ accaduto che qualche giorno fa l’imprenditrice digitale abbia citato in una delle sue storie sui social l’Hotellerie de Mascognaz, in cui aveva trascorso il fine settimana.

Si tratta di un cosiddetto “albergo diffuso”, cioè ricavato da più abitazioni ristrutturate e vicine tra loro. Si trova a Champoluc, frazione di Ayas, provincia di Aosta, tra i massicci rocciosi del Monte Rosa. Immediata la reazione degli utenti, che hanno preso d’assalto la pagina social della struttura con insulti contro la scelta “sbagliata” dello sponsor e inviti a prendere le distanze da Ferragni per salvaguardare la propria immagine.

I gestori della pagina hanno dovuto bloccare i nuovi commenti e rimuovere quelli negativi già postati. E’ solo l’ultimo di una serie di episodi che riguardano l’influencer, che confermano quanto la sua immagine al momento sia diventata “radioattiva”. In altre parole, anziché promuovere un prodotto o servizio per la cui reclamizzazione viene pagata, rischia di distruggerlo. Una pubblicità negativa per l’appunto. Com’è stato possibile tutto ciò in così poche settimane? E quali le possibili conseguenze per il suo impero mediatico-finanziario?

Caduta d’immagine con beneficenza fake

Ferragni è sempre stato un personaggio divisivo per via di svariati interventi a gamba tesa in aree non esattamente di sua competenza dal punto di vista del business. L’associazione al marito, figura assai più controversa e schierata su numerosi temi sociali, ha fatto il resto.

L’immagine della donna è stata venduta sulla base di una presunta purezza d’animo, venuta meno con lo scandalo della beneficenza fake legata inizialmente soltanto a Balocco; successivamente, è emerso un modus operandi simile per altre iniziative, tra cui le uova di Pasqua di Dolci Preziosi, la bambola Trudi, ecc.

Crisi aziendale rischiosa anche nel lungo termine

Sarà la Procura di Milano ad indagare per verificare se il reato ipotizzato di truffa aggravata sussista ed eventualmente se rinviare Ferragni a giudizio. La vicenda giudiziaria, tuttavia, a noi non interessa. Un indagato è pur sempre innocente finché un tribunale non dimostri il contrario. L’aspetto più saliente riguarda la caduta d’immagine per la coppia. Gli sponsor si stanno giustamente tenendo alla larga dall’imprenditrice, consapevoli che in questo momento sarebbero sommersi da una “shitstorm” sui social controproducente.

Il rischio per Ferragni consiste, però, nel non riuscire a risalire la china dopo che sarà passata la fase acuta di questa crisi aziendale. Siamo sicuri che tra qualche mese tornerà tutto come prima, magari con un cambio di comunicazione? Gli sponsor sigleranno con lei nuovi contratti o daranno seguito a quelli sospesi? Tutto è possibile, ma la sensazione è che possa prevalere la forza distruttrice dei social. Quando i follower ti voltano le spalle e, a torto o a ragione, ti considerano una bugiarda o peggio, c’è poco da fare. Anche perché i social vanno avanti alla velocità della luce e l’assenza di qualche mese di un personaggio viene subito colmata da altri rimpiazzi.

Classe media arrabbiata

Perché questo odio contro Ferragni? Le ragioni sembrano molteplici. La più immediata, verrebbe da dire, sarebbe che la credibilità fosse l’unica merce vendibile dall’influencer. Occorre tanta fatica per costruirla e un nanosecondo per azzerarla.

Non è l’unica spiegazione. La classe media in Italia, anzi in Occidente, patisce gli effetti di crisi multiple che vanno avanti quasi incessanti da oltre quindici anni. Si tratta di un lasso temporale che coincide quasi perfettamente con la nascita e la diffusione dei social. All’inizio, questi hanno propinato ottimismo, creato connessioni, venduto il sogno della popolarità e della “riccanza” per tutti.

Gli anni sono passati e la realtà si è rivelata per quella che è sempre stata: dura. Solo una sparuta minoranza è riuscita a giovarsi dei social per fare carriera e arricchirsi. Il resto è rimasto tale e quale a come stava prima dei social. Offline, la vita reale non va meglio per i più, alle prese con lavori mal retribuiti, discontinui, di ripiego, senza prospettive, se non con la disoccupazione e la carenza di mezzi per permettersi un’esistenza dignitosa. Il senso di frustrazione cresce e coloro che grazie ai social ce l’hanno fatta, anziché essere ammirati, adesso iniziano ad essere guardati con sospetto, se non con disgusto. Perché loro sì e io no? Invidia, certo. Ma anche la presa d’atto che il sogno non fosse per tutti, che il web sia stato un grande tranello.

Ferragni vittima della disillusione di massa

Ferragni è stato un esempio di straordinario successo per i milioni di follower che l’hanno seguita e continuano a seguirla tutti i giorni sui social. Dal nulla ha creato un impero, ma molti non si capacitano in base a quali qualità. D’altra parte, anche prima dei social molti imprenditori nascevano spesso senza grosse abilità, se non quella di riuscire a farsi strada sgomitando tra la concorrenza per la voglia di emergere. Non è cambiato granché rispetto a prima, a parte l’ostentazione che si è fatta più nitida. E’ nella natura dei social e fa parte delle inclinazioni delle nuove generazioni, a caccia spesso di conferme a colpi di like e commenti.

Ora che l’asset portante del successo è venuto meno, Ferragni è fatta a pezzi anche da chi l’ha idolatrata fino a poche settimane fa. Prevale la disillusione, c’è voglia di tornare ai fondamentali di un tempo, forse più idealizzato che reale, quando si presume che soldi e carriera fossero il risultato di competenze e tanta fatica. Come se fosse stato vero per tutti!

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