Sono in corso “intense discussioni” tra i dirigenti e i dipendenti di OpenAI dopo che i secondi hanno inviato una lettera ai primi per minacciare dimissioni di massa. Sono stati in 505 su un totale di 700, tra cui figura persino Mira Murati, nominata CEO ad interim per 48 ore e che evidentemente non ha preso bene a sua volta l’essere stata rimpiazzata così in fretta.

Dipendenti in rivolta

Ieri, la notizia choc: Microsoft ha deciso di assumere l’ex CEO Sam Altman e il co-fondatore di OpenAI, Greg Brockman, per metterli al capo del progetto sull’Intelligenza Artificiale.

Nelle ore successive, sibillino il CEO Satya Nadella fa sapere che “in questa fase ci sarà posto per tutti”, in questo modo rafforzando perlomeno la posizione negoziale dei dipendenti di OpenAI e attirandoli a sé.

E’ il caos. Giovedì scorso il board comunicava ad Altman la convocazione ad una chat audiovisiva, durante la quale il giovane CEO sarebbe stato licenziato. L’annuncio arriva venerdì ed è un fulmine a ciel sereno. La motivazione ufficiale è che mancherebbe il rapporto di fiducia, dato che il manager avrebbe privato il board di informazioni rilevanti. Viene sostituito dalla 32-enne albanese Murati, ma immediatamente gli investitori si sollevano contro il licenziamento. Tra questi c’è Microsoft, che ha investito in OpenAI ben 10 miliardi di dollari e teme che adesso quell’investimento possa andare in fumo assieme a ciò che resta della società.

Microsoft punta su Intelligenza Artificiale

Su pressione proprio di Microsoft partono clamorose trattative nel fine settimana tra il board e Altman, al fine di permettere al secondo di tornare. Il negoziato non va a buon fine per le condizioni poste dall’ex CEO, tra cui le dimissioni dell’intero board. A quel punto, quando in Italia è lunedì mattina OpenAI annuncia la nomina di un nuovo CEO ad interim.

E’ Emmett Shear, l’ex capo di Twitch. Poche ore dopo, la sollevazione dei dipendenti, che accusano il board di minacciare il futuro della società e, di conseguenza, la loro posizione.

La situazione è caotica e al tempo stesso delicata. Abbiamo un grosso investitore (Microsoft), che ha investito nell’Intelligenza Artificiale tramite una startup (OpenAI) e che adesso sta cercando di limitare i danni, svuotando quest’ultima delle sue risorse umane. Solo che, così facendo, rischia di “bruciare” il proprio stesso investimento, dato che OpenAI rischia seriamente di naufragare per la concorrenza del suo principale investitore.

OpenAI avrà un futuro?

Nadella si sarà reso conto che il board di OpenAI non sia gestibile, né affidabile. Esso fu nominato con il preciso scopo di far sì che l’Intelligenza Artificiale andasse a beneficio dell’intera umanità e dopo averne soppesato i costi anche in termini sociali. In sostanza, lo scopo di lucro non sarebbe stato contemplato dal creatore di ChatGPT. Altman stava andando in altra direzione, fiutando l’enorme business che si cela dietro a quella che tutti guardano, non senza preoccupazione, come la nuova grande rivoluzione mondiale.

Sarà interessante vedere adesso come si muoverà il board. Sfiduciato da investitori e dipendenti, non gli resterebbe che rassegnare le dimissioni se OpenAI fosse una società come le altre. Come farà a muoversi senza eventuali apporti di capitali e mancando ormai quell’appeal che aveva attratto centinaia di dipendenti altamente qualificati? Chi oserà sfidare Microsoft, investendo su una società sulla quale non avrebbe modo di fare leva, essendo in mano a un nucleo di “svalvolati” idealisti?

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