Che cosa resta aperto e cosa no dopo l’avvio del nuovo Dpcm del 25 ottobre? Per contrastare i contagi è stato deciso di limitare l’attività degli esercizi pubblici. Tra i punti chiave la decisione di far restare aperti i ristoranti e i bar anche la domenica, con chiusura sempre alle 18, questo per limitare gli incontri nelle abitazioni. 

Ristoranti, bar e locali aperti fino alle ore 18, dopo c’è l’asporto 

I ristoranti, bar, pub, pasticcerie e gelaterie possono rimanere aperti dalle 5 alle 18.

Il consumo al tavolo è previsto per un massimo di 4 persone, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le ore 18 come si legge nel decreto: «è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico ma resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati». Fino alle 24 resta consentita la consegna a domicilio con cibo da asporto ma divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze. 

Negozi aperti, parrucchieri e centri commerciali ma ad una condizione

A restare aperti sono i negozi al dettaglio di calzature, abbigliamento, librerie, profumerie, accessori, ma anche saloni di bellezza, parrucchieri e barbieri che possono continuare a lavorare senza limiti di orario ma devono rispettare le regole relative a distanza sociale e ingressi scaglionati. In pratica, il Governo ha chiesto che i clienti non sostino all’interno dei negozi più del tempo necessario per fare acquisti. A rimanere aperti sono anche i centri commerciali.

Si legge infatti che: “Le attività commerciali al dettaglio si svolgono a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni”. Per ora, quindi, a meno di nuovi cambiamenti, il commercio resta tagliato fuori dalle restrizioni, che toccano praticamente tutto il settore della ristorazione, bar, eventi e luoghi di svago.

 

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