Un tempo si diceva: ‘fate l’amore, non fate la guerra’, ma l’analisi dei dati del Rapporto Coop per il 2017 raccontano una realtà italiana ben differente: se da un lato sono in crescita i consumi generali, e in particolare quelli riguardanti i prodotti alimentari di qualità superiore, è anche vero che gli italiani spendono sempre meno in preservativi (non fanno l’amore! – il calo del desiderio sessuale sarebbe del 10%) e sempre di più per armi e antidepressivi. Il carrello della spesa riesce davvero a spiegare non solo le abitudini di spesa, ma anche di vita degli italiani.

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Come cambiano i consumi: ecco i dati Coop – sessuofobi, depressi e violenti

L’Italia è davvero un paese particolare, almeno dal punto di vista dei consumi: gli ultimi dati ISTAT rivelano come il 28,7% delle famiglie italiane sia a rischio povertà e nonostante ciò uno dei mercati che non subisce arresti è quello riguardante la cura del corpo. Il primo dato interessante è che l’italiano, famoso per essere focoso e vitale, spende sempre meno per bacco, tabacco e venere: innanzitutto, sono in calo i fumatori – dal 23,7% del 2012 al 19,8% del 2017; in secondo luogo, si spende sempre meno per gli alcolici (almeno nei supermercati); infine, si segnala un calo del desiderio sessuale del 10%, segnalato dalla riduzione del 6% della spesa per profilattici.

Non si fuma, non si beve, non si fa l’amore, ma, purtroppo, le altre abitudini non sono poi tanto migliori: cresce la spesa per il gioco d’azzardo (l’Italia è quarta al mondo), ma soprattutto è in aumento del 18% il consumo di anti-depressivi e l’acquisto di armi è letteralmente impennato. Insomma, non facciamo sesso e siamo depressi e tendenti alla violenza. Un bel risultato per la ‘strategia della paura’ che da qualche tempo a questa parte domina il paese.

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Una crescita nei consumi, ma non è tutto oro quello che luce

Il Rapporto Coop 2017, però, restituisce anche qualche dato positivo. Gli italiani, soprattutto sul versante alimentare, sono sempre più attenti alla qualità – siamo rimasti, almeno, un paese di buongustai. Il 70% dei consumatori è pronta tranquillamente a spendere di più per avere un prodotto migliore: ad esempio, è in calo dell’8,2% la spesa per uova da galline allevate in gabbia ed è in crescita del 15% quelle da allevamenti a terra. In generale, comunque, il Rapporto segnala una ripresa nei consumi nell’ordine del 3%, ben superiore della previsione di crescita del PIL che si attesta all’1,5%.

Per concludere: non siamo più grandi amatori, siamo depressi e violenti, ma sul cibo non si scherza; almeno, amiamo ancora mangiare, sperando soltanto che non sia una reazione ‘bulimica’ al disastro globale.