Sono un lavoratore dipendente e nel 2021 ho dichiarato un reddito di circa 20.000 euro lordi. Pochi giorni fa, ho appreso che con la busta paga di marzo non avrei più percepito il bonus Renzi. Erano ben 100 euro al mese, che adesso perdo, pur guadagnando un reddito relativamente basso. Sono molto arrabbiato e preoccupato per la mia condizione finanziaria. Le bollette aumentano e la vita è tutta più cara. Possibile mai che il governo abbia fatto un simile smacco a milioni di lavoratori italiani? Vi prego, potete dirmi se posso recuperare in qualche modo il bonus perduto?

Rispondiamo all’email del lettore, che è solo uno dei tantissimi lavoratori dipendenti che in queste settimane hanno scoperto che, superata la soglia dei 15.000 euro lordi all’anno di reddito, non potranno più percepire il bonus Renzi.

La riforma fiscale voluta dal governo Draghi prevede, infatti, che sopra tale soglia e fino a un reddito di 28.000 euro annui potranno continuare a percepire tale bonus solamente i contribuenti incapienti, cioè coloro che versano allo stato un ammontare IRPEF lordo inferiore alle detrazioni spettanti. Esse riguardano i familiari a carico, i redditi da lavoro, i mutui prima casa, le spese sanitarie e i bonus legati alla casa.

I contribuenti che non rientrano in questa casistica perdono il diritto a percepire il bonus Renzi. Attenzione, però, perché il governo Draghi ha nel frattempo rivisto anche il sistema delle detrazioni IRPEF, le quali nei fatti vanno a compensare la perdita del bonus. Peraltro, sopra i 15.000 euro di reddito e fino ai 28.000 all’anno la seconda aliquota IRPEF scende dal 27% al 25%. Adesso, cerchiamo di capire come cambia in sostanza la busta paga del nostro lettore da 20.000 euro lordi all’anno.

Bonus Renzi e detrazioni IRPEF 2022, cosa cambia

Iniziamo con l’IRPEF lorda da versare allo stato. Nel 2021, essa era di 4.800 euro su una tale somma, quest’anno scende a 4.700 euro grazie all’aliquota più bassa.

Ci abbiamo già guadagnato 100 euro all’anno, qualcosa come 8,33 euro al mese. Non è tutto. Come anticipato, cambiano le detrazioni. Sui redditi del 2021, ecco la formula per una dichiarazione di 20.000 euro:

978 + 902 x (28.000 – reddito) / 20.000 = 978 + 902 x 8.000 / 20.000 = 1.338,80 euro. Ignorando eventuali altre detrazioni spettanti, il suddetto lavoratore avrebbe dovuto pagare per il 2021: 4.800 – 1.338,80 = 3.461,20 euro.

Vediamo adesso la formula per le detrazioni IRPEF 2022, sempre in riferimento a un reddito di 20.000 euro:

1.910 + 1.190 x (28.000 – reddito) / 13.000 = 1.910 + 1.190 x 8.000 / 13.000 = 2.642,30 euro. L’imposta netta da versare allo stato sarà, quindi, pari a: 4.700 – 2.642,30 = 2.057,69 euro. Rispetto allo scorso anno, il lavoratore sarà sgravato di 1.403,50 euro di imposta. In cambio, però, riceverà 1.200 euro di bonus IRPEF in meno. Al netto, avrà guadagnato 203,50 euro, quasi 17 euro al mese.

Lavoratori non penalizzati, anzi

Se possiamo discutere sulla congruità dei benefici fiscali, di certo possiamo affermare che i lavoratori non subiranno alcuna perdita con l’eliminazione del bonus Renzi per i redditi sopra 15.000 euro. Lo stato ha semplicemente trasformato una voce di bilancio, che era fino a febbraio conteggiata tra i costi, in una minore entrata. Pessima l’informazione dei quotidiani al riguardo, la quale ha creato più panico che certezze. Ai contribuenti è stato fatto credere perlopiù di avere perso un’entrata di 100 euro al mese. Per fortuna non è così. Ed è giusto che non sia così.

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