E’ fuga dal mutuo a tasso variabile. Per la verità, questo trend in Italia va avanti da anni, ma ormai sono in pochi i clienti a recarsi in banca per scegliere questa opzione di finanziamento. A gennaio, sono stati appena 13 su 100. Del resto, i numeri parlano chiaro. L’Euribor a 3 mesi è salito al 2,57%. Era al -0,57% a inizio 2022. In tredici mesi, un balzo del 3,15%. Un salasso per le famiglie. Prendete un mutuo a 20 anni acceso proprio agli inizi del 2022 per 100.000 euro con spread dell’1%.

La rata mensile sarebbe salita da 435 euro a 573 euro, una batosta di quasi 140 euro.

E le previsioni per i prossimi mesi non sono positive. L’Euribor a 3 mesi, a cui è agganciato il classico mutuo a tasso variabile, dovrebbe salire fino a un massimo del 3,50% entro settembre. Dunque, un altro 1% da oggi. La rata salirà ancora. Naturale che le famiglie optino per il mutuo a tasso fisso. Sul piano psicologico è più rassicurante sapere che la rata resterà uguale fino alla fine dell’ammortamento, anziché variare di mese in mese.

Tuttavia, la scelta potrebbe risultare tutt’altro che razionale. Chi ha da poco acceso un mutuo a tasso fisso, nei prossimi mesi subirà molto verosimilmente ulteriori rincari. D’altra parte, l’Euribor a 3 mesi è atteso in calo dopo avere toccato il picco. Già alla fine dell’anno prossimo, scenderebbe al 2,75%. A fine 2025, sarebbe al 2,50%. E la discesa potrebbe risultare più ripida delle previsioni nel caso di calo marcato dell’inflazione, magari seguito da un taglio dei tassi BCE nel medio termine.

Mutuo a tasso variabile conveniente nel lungo periodo

Dunque, la rata del mutuo a tasso variabile è destinata a scendere con ogni probabilità da qui a 18-24 mesi. Viceversa, accendendo oggi un mutuo a tasso fisso, resterebbe elevata fino alla fine. E in questo caso, parliamo di tassi ai massimi dal 2014.

Pensate che alla fine del 2020, l’IRS a 30 anni si era azzerato e, anzi, era sceso leggermente in territorio negativo. Ieri, stava al 2,39%. Dunque, scommettere sul tasso fisso può apparire una scelta saggia nel breve periodo, mentre nel medio-lungo termine rischia di rivelarsi un boomerang.

Chiaramente, se non si ha la possibilità di sostenere una rata più alta per i prossimi mesi, si può capire il ricorso al tasso fisso. Ma la scelta dovrebbe essere compiuta con molta meno impulsività di quanto suggerisce oggi l’andamento del mercato. Blocchereste la vostra bolletta della luce per 10 anni alle tariffe di oggi, cioè ai massimi praticamente da sempre? Oppure accettereste il rischio di pagare qualche bolletta ancora più salata da qui a fine anno, ma potendo confidare già dal 2024 su una normalizzazione?

Nel decennio passato, il mutuo a tasso variabile si è dimostrata l’opzione migliore. Nel 2016, partì la corsa al tasso fisso sulle attese di un rialzo dei tassi BCE. Si rivelarono ampiamente sbagliate, dato che Francoforte ha iniziato ad aumentare il costo del denaro da neanche sette mesi, cioè sei anni dopo le previsioni. Nel frattempo, i tassi di mercato erano rimasti ai minimi storici e negativi fino alle medio-lungo scadenze. Chi aveva optato per il mutuo a tasso fisso, magari a seguito di una surroga, è rimasto fregato. Ma la garanzia di una rata stabile e, tutto sommato, bassa non ha dissuaso in molti della scelta compiuta. Stavolta sarebbe diverso, dato che i tassi a cui risultano agganciati i mutui a tasso fisso sono ai massimi da nove anni.

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