Lionel Messi potrebbe presto diventare giocatore del Manchester City. L’attaccante numero 10 del Barcellona e 5 volte pallone d’oro sarebbe oggetto di corteggiamento da parte di Josep Guardiola, tecnico spagnolo e allenatore del club inglese. Un indizio che le indiscrezioni del fine settimana non siano una bufala? L’argentino ha iniziato a seguire il Manchester City su Instagram, mentre dall’entourage della squadra catalana è trapelato il possibile addio di Messi per il Manchester City.

Eppure, soltanto 6 settimane fa il Barcellona aveva annunciato il rinnovo per 4 anni del contratto che lo lega all’attaccante fino al 2018, elevando lo stipendio a 62 milioni di euro all’anno.

Invece, si scopre che si trattava solamente di un pre-accordo e che il contratto deve ancora essere firmato nelle prossime settimane.

Comunque sia, se gli inglesi vogliono comprarsi Messi, dovranno sborsare una cifra di 300 milioni di euro per pagare al Barcellona la penale legata alla rescissione anticipata del contratto da parte dell’argentino, superando persino la cifra record di 222 milioni appena sganciata dal Paris Saint-Germain per un’operazione del tutto simile e finalizzata a soffiare il brasiliano Neymar proprio ai catalani. (Leggi anche: Sponsor serie A, quanto pagano alle squadre i marchi sulle maglie dei calciatori?)

Il contratto a tanti zeri di Messi

Anche solo supponendo che il club di Guardiola offra a Messi un contratto quadriennale da 62 milioni all’anno di stipendio – perfettamente in linea con quello che questi avrebbe già in tasca – l’acquisto arriverebbe a valere sui 450 milioni di euro, al netto delle imposte. Neymar è costato complessivamente sopra il mezzo miliardo lordo ai francesi.

Cifre da capogiro, che stanno scuotendo il mondo del calcio in questa calda estate europea. Se anche l’operazione Messi andrà in porto, il Barcellona avrà incassato in meno di un mese qualcosa come 500 milioni per la cessione di due giocatori, anche se avrà perso due pezzi da novanta, che hanno fatto e continueranno a fare la storia del calcio mondiale.

Lo stesso club ha svelato che l’argentino avrebbe contribuito nella scorsa stagione per un quinto dei quasi 700 milioni di fatturato registrato. Insomma, l’analisi benefici-costi di medio termine non è così semplice da farsi, anche perché un altro Messi potrebbe non trovarsi più per una generazione. (Leggi anche: Finale Champions League, ecco perché ci arrivano sempre più squadre spagnole)

Il legame tra Messi e l’affare Neymar

Ma queste cifre sono davvero giustificate dalle prestazioni pur eccellenti dei campioni sudamericani? Come abbiamo avuto modo di spiegarvi in un altro articolo recente sulla cessione di Neymar (leggi qui: L’affare Neymar e quello scandalo legato a Sarkozy), di sportivo c’è forse meno di quanto supponiamo in queste ultimissime vicende finanziarie.

Per capirci qualcosa di più, dovremmo risalire al nome dell’acquirente, che nel caso del Manchester City assume il voto dello sceicco Mansur bin Zayd Al Nayhan, proprietario del club dal settembre 2008 e fratellastro del presidente degli Emirati Arabi Uniti, oltre che vice-premier dello stato sin dal 2004 e ministro degli Interni, nonché uomo d’affari.

E la nazionalità, per non parlare della posizione politica dello sceicco, potrebbero giocare un ruolo centrale nell’affare Messi, sempre che vada in porto subito o che si attenda la scadenza del contratto alla fine della stagione appena iniziata. Il Paris Saint-Germain è, infatti, nelle mani degli sceicchi del Qatar, che forse anche e, soprattutto, per un’operazione simpatia, hanno investito una barca di denaro quest’estate, rafforzando il club e spuntando un successo d’immagine impensabile fino a pochi giorni prima.

Intreccio tra calcio e geo-politica

Il Qatar è politicamente in rotta di collisione con diversi potenti vicini del mondo arabo, tra cui proprio gli Emirati Arabi Uniti, che insieme ad Arabia Saudita, Egitto e Bahrein ha cessato due mesi e mezzo fa qualsiasi relazione diplomatica con Doha, accusandola di sostenere il terrorismo islamico, attraverso il suo stretto legame con l’Iran.

Poiché calcio e politica si mescolano nel mondo arabo come le lotte tra gladiatori e gli imperatori ai tempi dell’Antica Roma, è più che probabile che la mossa degli inglesi sia tesa a neutralizzare sul piano dell’immaginario collettivo il colpaccio del PSG. A tutti gli effetti, si tratterebbe di un acquisto ancora più rilevante nei numeri, segnando un nuovo record assoluto nella storia calcistica mondiale. E le potenzialità del trentenne argentino non sono da meno di quelle del pur più giovane Neymar, dato che il primo si trova all’apice della sua forma fisica e al momento si sentirebbe psicologicamente spiazzato dall’addio del brasiliano e dalla fase negativa attraversata dal Barcellona.

Il calcio europeo sta diventando un terreno di confronto tra interessi geo-politici e finanziari del mondo arabo. A beneficiare di questo scontro sono certamente i diretti interessati, ma a perdervi tutti gli altri, i quali devono fronteggiare una spaventosa lievitazione dei costi per aggiudicarsi giocatori nuovi e promettenti, le cui quotazioni risulterebbero a questo punto inflazionate da valutazioni extra-sportive e che, in quanto tali, distorcerebbero il mercato acquisti.