Il prezzo del gas alla borsa di Amsterdam stamane si aggirava sotto i 55 euro per Mega-wattora. La media mensile definitiva si otterrà dopo la seduta di domani, ma già siamo in grado di stimarla intorno o persino sotto i 60 euro. Considerato che l’Autorità per l’energia aveva fissato le bollette del gas di dicembre sulla base di un TTF medio di 117 euro, siamo in presenza di un dimezzamento. Secondo Nonisma, ciò dovrebbe portare ad un abbassamento per gennaio di almeno il 33%.

Il costo della materia prima è crollato e anche le tariffe per il mercato tutelato subiranno un forte ridimensionamento. Per ogni metro cubo consumato, dovremmo passato da 1,50 a 1 euro. Considerati i consumi medi per famiglia di 1.400 metri cubi all’anno, i risparmi sono attesi nell’ordine dei 712 euro in dodici mesi, quasi 60 euro al mese.

Il tonfo delle bollette del gas è certamente una buona notizia per le famiglie italiane dopo l’aumento del 23% di fine anno. A dicembre erano già scese le bollette della luce del 20%. Sulla base di questi costi all’ingrosso, è ipotizzabile che alla fine di marzo avremo un’ulteriore riduzione del 20%. Gli effetti tangibili di questo affievolimento della crisi energetica li avremo a partire da febbraio, quando pagheremo le bollette del gas di gennaio. L’aspetto positivo consiste anche nel fatto che i prezzi risulterebbero diminuiti anche su base annua del 27%. Ciò comporterà, stima Nonisma, una discesa dell’inflazione al 10% a gennaio e sotto la doppia cifra per i mesi successivi.

Bollette del gas a quasi 60 miliardi

I fattori di rischio non mancano. Il freddo che sta colpendo la penisola coreana e le riaperture in Cina dopo i lockdown anti-Covid potrebbero far salire la domanda di gas e anche i prezzi. D’altra parte, l’inverno continua a rivelarsi più mite delle attese in Europa, dove i consumi restano inferiori alla media stagionale e le scorte superiori.

In ogni caso, attenzione a immaginare che la crisi energetica sia finita. Anche con i cali in vista, le bollette del gas restano del 30% più alte di quelle precedenti al 2022 e quelle della luce circa il doppio.

Nel 2022, gli italiani hanno speso 91,5 miliardi di euro in più tra luce (+58,9 miliardi) e gas (+32,6 miliardi). Lo stato si è accollato gran parte di questi rincari sotto forma di sussidi, ma se la crisi si procrastinasse non ci sarebbero più verosimilmente denari pubblici a sostegno di famiglie e imprese. E ciò porterebbe non solo all’esplosione delle tariffe per coloro che ad oggi hanno beneficiato di tali aiuti, ma anche a una pandemia industriale, con decine di migliaia di attività produttive e commerciali costrette a chiudere.

Da gennaio a dicembre dello scorso anno, le sole bollette del gas sono costate al sistema Italia circa 58,5 miliardi, a cui si aggiungono 175 miliardi per le bollette della luce. Gli aggravi hanno equivalso grosso modo a quasi cinque punti di PIL. E’ obiettivamente un miracolo che siamo riusciti ugualmente a crescere di poco meno del 4%. Una fortuna che difficilmente si replicherà quest’anno. Le famiglie hanno in molti casi attinto ai risparmi accumulati durante la pandemia per fare fronte al caro bollette. Non a caso già domani i dati sul PIL nell’ultimo trimestre del 2022 potrebbero mostrarci un’economia in contrazione.

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