Da quando Giorgia Meloni ricevette il mandato di formare il nuovo governo dal presidente della Repubblica è passato un mese. Da allora, la borsa italiana segna una crescita del 13,5% e lo spread una discesa di 40 punti base a meno di 190 punti, dato minimo dalla scorsa primavera. Certo, il trend rialzista per azioni e obbligazioni è globale, ma non era scontato che l’Italia vi partecipasse. I mercati hanno temuto il varo di una manovra finanziaria fiscalmente lassista, mentre quella licenziata lunedì dal Consiglio dei ministri è all’insegna della prudenza.

Le misure del governo Meloni ammontano a 35 miliardi di euro, di cui 21 miliardi destinati solamente al caro bollette. E queste risorse sono state ricavate dall’innalzamento del deficit-obiettivo dal 3,4% al 4,5% del PIL nel 2023. Tuttavia, i mercati davano per scontato che sarebbe accaduto con qualsiasi governo, fosse stato anche guidato da Mario Draghi.

Manovra del governo Meloni prudente e quasi in silenzio

Per il resto, nessun colpo di testa. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, alla conferenza stampa di lunedì mattina ha parlato di “coraggio politico della prudenza”. Con ciò ha sostenuto che essere prudenti in politica spesso richiede coraggio e ha ironicamente chiesto scusa per non avere ceduto “ai colpi di testa”. Seduto due sedie più in là alla sua sinistra vi era il segretario della Lega, Matteo Salvini. Chissà che non si sia sentito chiamato in causa.

La manovra dovrà passare ora al vaglio della Commissione europea e successivamente del Parlamento. Con la prima l’interlocuzione in corso sembra positiva. Nessuna delle due parti trova conveniente alzare la voce. E in fondo i segnali lanciati nel primo mese di governo Meloni appaiono più che positivi per Bruxelles. Non fosse stato per l’incidente sui migranti con la Francia, debutto migliore non sarebbe stato immaginabile.

I mercati stanno apprezzando la politica della coraggiosa prudenza, ma anche del silenzio.

Usciamo da anni di “annuncite”, di conferenze stampa quotidiane e di toni sopra le righe. Finora con il nuovo esecutivo non è accaduto. La premier Giorgia Meloni ha capito sin dalla campagna elettorale che la fiducia di investitori e cancellerie straniere la si conquista abbassando i toni e lavorando sottotraccia, oltre che mostrandosi responsabili e prudenti.

Mercati danno l’ok al primo mese del governo Meloni

Non c’è stato l’effetto “wow” con la manovra, né era pensabile che ci fosse. I conti pubblici sono sotto stress dopo anni di pandemia a cui si è aggiunta la guerra. La BCE sta alzando i tassi d’interesse, continuerà a farlo e non potrà farne a meno. Indebitarsi costa e per noi è un’opzione quasi impossibile. Nel complesso, le misure messe in campo dal governo vanno a sostenere le famiglie contro il caro bollette, a finanziare un minimo di flessibilità sulle pensioni e a tagliare la tassazione sul lavoro dipendente e autonomo.

Pragmatismo sul reddito di cittadinanza ed accortezza nell’uso delle risorse destinate a misure popolarissime come il taglio delle accise. Ora che il prezzo della benzina è sceso, per dicembre lo sconto scende da 30,5 a 18,3 centesimi. Anche questi dettagli i mercati avranno apprezzato. Il governo, sospettato di fare populismo ai danni dei conti pubblici, si assume la responsabilità di ridurre il taglio delle accise alla prima occasione utile. Il contrario della demagogia al potere. E chiaramente gli esami non finiranno con questa manovra. Siamo agli inizi, ma perlomeno i primi passi sono stati giusti.

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