Due questioni di metodo e di merito prima di iniziare l’analisi delle ‘fake news’ sul Venezuela: in primo luogo, una ‘bufala’ la si costruisce, anche senza comunicare dati ‘falsi’, ma semplicemente riportando soltanto dati parziali nel titolo (che è l’unica parte che la maggior parte dei lettori ‘consulta’), salvo, per coscienza, citare en passant nell’articolo anche gli altri dati – questo è lo schema che sta utilizzando il quotidiano più seguito d’Italia sulla situazione in Venezuela; in secondo luogo, una ‘bufala’ si ha anche quando in una situazione complessa si citano soltanto fonti vicine a una delle due parti: qualunque sia la posizione che un lettore abbia o voglia farsi, leggere soltanto di una campana è quanto mai limitante e soprattutto ideologizzante – questo è lo schema che stanno utilizzando i media italiani nel loro complesso.

Qui, Bufale, fake news e post verità: quando la percezione della realtà è alterata.

La situazione in Venezuela senza ideologie: si tratta di guerra civile – come funzionano le bufale

La situazione in Venezuela è al collasso: si tratta di guerra civile e quando si parla di ‘guerra civile’, si parla sempre di due differenti gruppi economici e di potere che si contendono la gestione del popolo. Una ‘bufala’ si segnala anche quando troppo candidamente una notizia segnala una parte come i ‘buoni’ e un’altra parte come i ‘cattivi’. Il manicheismo in politica e in economia non esiste. Quello che sta succedendo si può riassumere in questi termini: un gruppo di potere appoggia Maduro e la rivoluzione chavista, cercando di portarne avanti le conquiste che, soprattutto per la povera gente, ci sono state; un altro gruppo, invece, appoggia l’opposizione democratica e i grandi potentati economici che fanno affari con gli USA. Entrambe le ‘fazioni’, se così vogliamo definirle, stanno facendo uso di violenza generalizzata.

Una ‘bufala’ consiste anche nel fatto che si annunciano morti, ma si raccontano soltanto quelli di una delle due parti.

Sulle violenze, si piò dire che tra i due schieramenti vi sia una situazione di pareggio.

Ecco – Quanto ci costerà questa ‘fake news’ (o ‘fake reality’) su migranti e razzismo?

Alcuni dati sulla situazione in Venezuela – ancora sulle ‘fake news’ dei media italiani

E passiamo all’analisi dei dati e di come vengono forniti dai maggiori media nazionali – ci soffermiamo soprattutto sul quotidiano più seguito d’Italia, perché si tratta sicuramente di uno dei quotidiani più seguiti.

Il primo dato: due settimane fa, l’opposizione organizzò un referendum informale (cioè, senza efficacia) e il quotidiano più seguito d’Italia titolò 98% di NO contro Maduro – nel titolo venne dato per buono il dato dell’opposizione (che parlava di 7 milioni di voti) e non quello degli osservatori internazionali che parlava di 3 milioni di votanti: la ‘fake news’ consiste nel fatto che si seleziona il dato di una parte e non quello ‘oggettivo’ degli osservatori internazionali, non è una notizia falsa, ma data in modo falso.

Il secondo dato: ieri ci sono state le elezioni, questa volta ufficiali, per l’Assemblea Costituente e il quotidiano più seguito d’Italia ancora una volta cita il dato d’affluenza delle opposizioni, il 12%, e non quello degli osservatori internazionali che parla del 41% – ancora una volta, una ‘fake news’ ideologica; infine, si parla di morti e violenze: mentre dal titolo e dal sottotitolo sembra che provengano soltanto dalla parte di Maduro – la parte ‘cattiva’ – poi, nell’articolo, si parla en passant anche dell’uccisione di due candidati chavisti ad opera dell’opposizione. A contare, per la maggior parte dei lettori, resta il titolo.

Insomma, ora capiamo perché l’Italia ha un posto bassissimo nella classifica sulla libertà di stampa: i maggiori media italiani riproducono semplicemente le veline degli USA.