Non c’è alcuna distinzione di reddito o geografica o almeno non rilevante: dai rubinetti delle nostre case l’acqua viene fuori contaminata dalla plastica. Il premio Nobel per la pace 2006, Muhammad Yunus, ha affermato: “È una notizia che dovrebbe scuoterci. Sapevamo che questa plastica tornava da noi attraverso la catena alimentare. Ora scopriamo che torna da noi attraverso l’acqua potabile. Abbiamo una via d’uscita?”. La domanda, ovviamente, è senza risposta: da un lato, infatti, il business sulla plastica continua e le norme per limitarlo non bastano; dall’altro, la plastica ha grande ‘longevità’, cioè impiega moltissimo tempo a ‘scomparire’, a biodegradarsi.

Se siete interessati allo studio originale di Orb Media, sito di informazione di Washington, ecco il link.

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I dati sulla presenza della plastica nell’acqua del rubinetto

I dati raccolti da Orb Media riguardano 159 campioni di acqua del rubinetto provenienti da centri urbani grandi e piccoli di tutto il mondo. Uno dei paesi più colpiti, con il 94% di presenza di microfibre di plastica, sono gli USA: rientra anche l’acqua che viene fuori dai rubinetti della Trump Tower o del Congresso. A indicare che nessuno può ritenersi tranquillo, neanche i potenti della terra. Il nodo riguarda essenzialmente un altro aspetto ancora: l’acqua del rubinetto rientra nella preparazione di innumerevoli cibi che acquistiamo, dal pane alla pasta, passando per zuppe e latte artificiale. Ecco la situazione nel mondo:

  • 83% è la media globale
  • 94% USA
  • 72% Europa
  • 76% Indonesia
  • 82% India
  • 94% Libano
  • 81% Uganda
  • 75% Ecuador

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I pericoli per la salute: cosa comporta la presenza della plastica nell’acqua del rubinetto?

Gli scienziati non sanno ancora precisamente quali possano essere, nel lungo periodo, i possibili danni per la salute: da un lato, infatti, la ricerca e la scoperta è recentissima; dall’altro, si tratta di una situazione per la quale non esistono dati di nessuno tipo, essendo inedita nella storia.

Albert Appleton, ex commissario alle acque del Comune di New York, ha sollevato una serie di interrogativi: la plastica nuoce più o meno di altre sostanze chimiche o biologiche che possono contaminare la nostra acqua? E ancora: ci si chiede se può influenzare la formazione delle cellule e se, soprattutto, può divenire veicolo essa stessa per la trasmissione di agenti patogeni. Insomma, la situazione è molto complessa e dovrebbe divenire una di quelle sfide globali che il mondo dovrebbe affrontare; inutile dire che non è così. Ma il pericolo viene annunciato come ‘elevato’.

Vi lasciamo con un dato: da quando, negli anni ’50, ha iniziato a diffondersi la plastica, sono state prodotte ben 8,3 miliardi di tonnellate, spesso utilizziamo l’oggetto di plastica per meno di un minuto (una cannuccia per bibita, ad esempio, uno dei fattori maggiormente inquinanti), ma resta poi sulla Terra per secoli.