Dal 1980 ad oggi il consumo in Italia dell’acqua minerale è aumentato di cinque volte e ovviamente è aumentato anche quello della produzione di acqua imbottigliata. Purtroppo, però, tale crescita non ha portato all’aumento delle tariffe pagate dalle società imbottigliatrici alle Regioni che, in molti casi, sono ancora stabilite dal Regio decreto o da regolamenti di tanti e tanti anni fa. Ci si chiede, però, cosa contengono davvero tali acque e la trasmissione Report ha riportato un’analisi in merito.

Acqua minerale, mercato in crescita, l’Italia è il paese che ne consuma di più ma cosa beviamo?

Ogni anno in Italia si imbottigliano quattordici miliardi di litri d’acqua e, dopo il Messico, il nostro paese è quello in cui si consuma più acqua soppiantando sempre più quella del rubinetto.

Secondo l’analisi fornita dalla trasmissione Report, nella puntata dello scorso lunedì, molte acque minerali avrebbero delle caratteristiche molto simili a quella del rubinetto ma, nonostante ciò, esse devono sottostare ad una legge che limita la presenza di alcuni elementi in essa contenuta. Alcune acque, poi, non andrebbero bevute quotidianamente e, proprio per questo, su di esse viene posta un’etichettatura particolare che recita la formula “rivolgersi ad un medico prima di consumarle soprattutto se si è in presenza di patologie”.

Acqua minerale, mercato in crescita, l’Italia è il paese che ne consuma di più ma cosa beviamo?

La differenza tra le varie acque è nei componenti del terreno da dove sgorga la sorgente. Il problema, però, è che la legge non obbliga le aziende a riportare proprio tutti i dati  e la trasmissione Report ha ricordato degli studi fatti da un’equipe di universitari di Benevento, Napoli, Bologna e Cagliari nel 2010. All’epoca vennero analizzati 186 campioni di acqua tra quelle più famose nel nostro paese e si appurò che le aziende non avevano inserito tutti i dati nelle etichette.

Report, quindi, dopo sette anni è tornata nuovamente sull’argomento ed ha portato 32 campioni delle acque più famose ad analizzare presso l’Istituto Inglese British Geological Survey.L’analisi ha dato delle buone notizie in quanto tutte le acque sono a norma e tra le migliori in Europa. In alcune di esse, però, sono stati trovati piccoli quantitativi di arsenico e di berillio. Quest’ultimo è un metallo leggero, raro e l’Organizzazione Mondiale della sanità lo considera cancerogeno soltanto se viene inalato. Nel nostro paese, però, non vi sono delle leggi che vietano le acque con il berillio e non vi sono delle soglie se non nelle acque di falda.

Acqua minerale, mercato in crescita, l’Italia è il paese che ne consuma di più ma cosa beviamo?

In trasmissione ci si è poi chiesto perché nelle acque in bottiglia i livelli di alluminio e di floruro debbano essere superiori rispetto a quelli del rubinetto. L’acqua al fluoro, secondo l’inchiesta, non è assolutamente indicata per i bambini per cui ci si chiede il perché ciò non venga detto.

Infine, ci si è chiesto nuovamente il perché le aziende private debbano pagare dei canoni bassissimi di poche migliaia di euro per usufruire delle acque ed inoltre se sia corretto che vi siano delle differenze di legge tra l’acqua del rubinetto e quella della bottiglia. Ricordiamo,ad esempio, che per l’alluminio il limite è di 200 microgrammi per litro (per quelle di rubinetto) mentre per quelle in bottiglia non ha limite. Per il floruro, invece, le acque potabili hanno un limite di 1,50 mentre quelle in bottiglia di 5. Leggete anche: Prezzo carburanti: Eni cala prezzi diesel, Ip lima verde e gasolio.