Il calcio europeo ha perso il 13% dei ricavi nella stagione 2019/2020, la prima (in parte) in pandemia: -3,7 miliardi di euro il fatturato, sceso a 25,2 miliardi. I cosiddetti “big five”, i primi 5 campionati, hanno perso l’11%, scendendo a 15,1 miliardi, cioè perdendo 1,9 miliardi. La Serie A ha fatto peggio di tutti, vedendo crollare del 18% i propri ricavi, perdendo per strada 443 milioni e scendendo a 2,1 miliardi. Sono in estrema sintesi i dati Deloitte, che confermano lo stato di crisi del calcio.

L’Italia ha pagato più degli altri per il semplice motivo di essere stata colpita per prima dalla pandemia in Europa.

Le partite del campionato di Serie A furono sospese nel marzo dello scorso anno e ripresero solamente in estate, a stagione formalmente chiusa. In altri casi, come la Bundesliga, il campionato fu sospeso dopo e riprese già a maggio, per cui a bilancio le perdite dei club durante la stagione sono state formalmente minori.

In realtà, ci vorranno anni prima di avere un quadro completo e chiaro dell’impatto del Covid sul calcio europeo. Lo sostiene la stessa Deloitte, che nota come solo con il passare del tempo gli sfasamenti temporali verranno meno e saranno possibili confronti significativi tra i vari campionati nazionali. Fatto sta che la stagione 2021/2022 dovrebbe essere di ripresa per il calcio italiano ed europeo, ma la variante Delta pesa sulle prospettive.

Riapertura stadi, Serie A in rivolta

Il governo ha emanato un decreto, con cui consente la riapertura degli stadi in Serie A fino al 50% della capienza, ma fatto salvo il distanziamento sociale di almeno 1 metro tra i tifosi. Poiché in media i seggiolini negli impianti distano tra loro 75 cm, significa che dovranno saltarsi due posti, cioè potrà sedere un tifoso ogni quattro. L’ingresso rischia perlopiù di essere limitato a un quarto della capienza, ad eccezione dell’Allianz Stadium della Juventus, dove le distanze tra i posti a sedere sono più ampie.

I dirigenti della Serie A hanno scritto al Comitato tecnico-scientifico per ottenere una revisione delle regole, minacciando altrimenti lo sciopero per la prima di campionato. Il 22 agosto si rischia una falsa partenza. Del resto, i club non solo accettano, ma si erano persino fatti promotori degli ingressi limitati ai possessori del green pass, sperando che ciò avrebbe fatto cadere qualsiasi limitazione rispetto alla capienza massima. Se possono entrare solo tifosi vaccinati o, comunque, immunizzati, si chiedono, perché mai continuare ad applicare il distanziamento sociale? In ballo ci sono 270-280 milioni di fatturato grazie alla biglietteria. Fanno circa i due terzi delle perdite relative alla pandemia in Serie A.

[email protected]