Italia una delle principali mete turistiche al mondo, ma non siamo un popolo di vacanzieri come pensiamo. Stando a una ricerca di European Trade Union Confederation (ETUC), sono oltre 7 milioni gli italiani che non possono permettersi una vacanza. E si tratta, in valore assoluto, del dato più alto di tutta l’Unione Europea.

Nel dettaglio, superiamo di gran lunga i 4,77 milioni della Spagna, i 4,37 milioni della Germania e i 3,66 milioni della Francia. Considerato che in tutta la UE siano 35 milioni le persone ad avere tale difficoltà, una su cinque è italiana.

Un record poco invidiabile, che accende i fari sulla popolazione a rischio povertà. Questa è considerata formalmente quando percepisce un reddito del 60% inferiore alla media. Nel caso dell’Italia, il 71,2% di questa fascia non potrebbe permettersi una vacanza, nettamente sopra il 59,5% della media europea.

In Germania, si scende al 41,1%, in Francia al 57,2% e in Spagna al 62,8%. E questo significherebbe che lo stesso reddito medio italiano sarebbe relativamente minore, tale per cui chi vi si colloca al di sotto affronta difficoltà economiche maggiori che nel resto del continente. Insomma, dati incontrovertibili sul disagio sociale imperante in Italia.

Italiani in vacanza, la crisi delle famiglie

In questi giorni, c’è un clima di cauto ottimismo nel nostro Paese dopo il dato sul PIL nel secondo trimestre. L’Ufficio parlamentare di bilancio intravede la possibilità che la crescita di tutto il 2021 salga al 6%. Pur provenendo da un pesante -8,9% del 2020, sarebbe un rimbalzo ben oltre le aspettative. Dopo la crisi del 2008-’09, ad esempio, il PIL italiano non rimbalzò affatto e con il passare degli anni non riuscì neppure a colmare le perdite accusate, tant’è che nel 2019 avevamo ancora un PIL reale del 4% inferiore a quello del 2007.

Questi dati macro si traducono, come stiamo vedendo, in una realtà abbastanza complicata. I 7 milioni di italiani che non possono permettersi una vacanza sono figli di una crisi dei redditi che parte da lontano e che dura da circa 30 anni.

Siamo l’unica economia avanzata del mondo a non essere cresciuta neppure un po’ tra il 2000 e il 2019. Persino la Grecia, martoriata da una crisi indicibile dal 2008, registra il segno più. Non saranno espedienti grotteschi come il bonus vacanze a rilanciare il turismo domestico. Al netto della congiuntura internazionale, che pesa sugli arrivi dall’estero, solo una crescita robusta e costante dei redditi potrò rilanciare la domanda interna. E affinché ciò accada, è la produzione che dovrà essere rilanciata.

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