Silvio Berlusconi è stato dimesso ieri dall’ospedale di San Raffaele di Milano, dopo 29 giorni trascorsi in ricovero per un intervento d’urgenza alla valvola aortica. All’uscita, l’ex premier sembrava certamente affaticato e provato fisicamente, ma tutto sommato in buone condizioni. Lo stesso ha dichiarato di non volere mollare la guida di Forza Italia, se riterrà di essere ancora utile al paese.

La sua creatura viaggia, stando a tutti i sondaggi, tra l’11% e il 12%, dimezzata rispetto alle sue percentuali storiche.

Aldilà dei numeri, il partito è allo sbando, senza alcuna impostazione in ognuna delle tematiche più importanti della vita politica, dilaniata da contrapposizioni interne, che sembrano ormai quasi patetiche, considerando che di fatto non amministra più alcuna grande realtà sul territorio nazionale.

Italia fuori dall’euro per Feltri

Serve una svolta. L’amico di sempre di Berlusconi, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, gli suggerisce per ragioni di bottega di allearsi nuovamente con Matteo Renzi per rispolverare il Patto del Nazareno. Ipotesi respinta un po’ da tutto lo staff di Forza Italia e che non troverebbe sostegno nemmeno da parte dello stesso ex premier. La mossa gli consentirebbe di mettere al riparo i suoi affari da eventuali ritorsioni politiche, ma azzererebbe i consensi per il suo partito.

E allora, ecco che arriva un’altra proposta dirompente, stavolta dal direttore di Libero, Vittorio Feltri. Ripercorrendo lo stato di “coma” in cui versa Forza Italia, questi sostiene che il partito non sarebbe ancora morto, avendo la speranza che a Roma il neo-sindaco Virginia Raggi non sia in grado di amministrare bene, potendo così il centro-destra accreditarsi quale reale alternativa al governo Renzi.

 

 

 

Campagna euro-scettica per Berlusconi?

Ma secondo Feltri, l’unica vera svolta, in grado di fare sterzare il Cavaliere sarebbe una: mettersi a capo di una campagna anti-euro e anti-UE, similmente a quanto hanno fatto gli inglesi di recente con la Brexit, nel tentativo di restituire all’Italia un minimo di dignità nazionale, che avrebbe perso all’interno delle istituzioni comunitarie.

Per questo, gli consiglia di allearsi con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e persino con il Movimento 5 Stelle per scardinare il sistema. Il rischio di perdere la scommessa è tenuto in conto da Feltri, il quale, però, ritiene che meglio sarebbe per Berlusconi morire in battaglia, che restare impantanato in questo terreno europeo.

Crisi UE sarebbe irreversibile con Italia euro-scettica

Sappiamo quanto forte sia l’ascendente del direttore sull’ex premier, nonostante un rapporto anche personale abbastanza burrascoso negli anni. E se Forza Italia decidesse di seguire il consiglio di Feltri, schierandosi apertamente su posizioni euro-scettiche? Di fatto, il PD resterebbe l’unico partito italiano a vocazione filo-UE, ma a Bruxelles inizierebbero a tremare al solo pensiero che non esisterebbe più alcuna alternativa europeista a Matteo Renzi.

E’ probabile che il suggerimento di Feltri sia destinato a rimanere inascoltato e che Forza Italia prosegua sulla china di un partito euro-critico, ma non troppo. D’altronde, fa parte del PPE, dal quale rischierebbe l’espulsione nel caso di posizioni concretamente anti-Bruxelles. E se, invece, fiutando che l’unico modo per attirare i milioni di elettori persi sia quello di condurre a viso aperto una battaglia contro l’euro e, addirittura, per indire un referendum sulla permanenza nell’Eurozona e/o anche nella UE?