L’inflazione italiana è scesa nuovamente sotto l’1% nel mese di aprile dopo la risalita all’1,2% di marzo. L’Istat ha diffuso stamane la stima preliminare dello 0,9% tendenziale e dello 0,2% mensile. Al netto dei prodotti energetici e dei generi alimentari freschi, quella di fondo risulta scesa al 2,2% dal 2,3%. Il dato acquisito per il 2024 è dello 0,6% per l’indice generale e dell’1,7% per l’inflazione di fondo. Questi sarebbero, cioè, i dati dell’intero anno in corso nel caso in cui i prezzi non subissero alcuna variazione mensile fino a dicembre.

Inflazione invariata nell’Eurozona

Invece, l’inflazione nell’Eurozona è rimasta al 2,4% per la stima di Eurostat. Il dato “core” è sceso al 2,7% dal 2,9% di marzo. La previsione era grosso modo per un tasso invariato o, al limite, in leggerissimo calo. Nei fatti, il combinato tra Pil e inflazione nell’area rischia di accrescere la confusione in seno alla Banca Centrale Europea (BCE). Se il taglio dei tassi di interesse a giugno sembra quasi una certezza, il problema si porrà sui successivi passi da compiere.

Mal di testa sui tassi per BCE

Il Pil nel primo trimestre è salito dello 0,3% nell’intera Eurozona, in accelerazione dal dato invariato dei tre mesi precedenti. Questo significa che l’economia nell’unione monetaria sembra essersi allontanata definitivamente dallo spauracchio della recessione, mentre l’inflazione continua a rimanere sopra il target del 2% fissato dalla BCE. Su di essa, poi, pesano alcune incognite come le tensioni internazionali e il surriscaldamento di diverse materie prime.

Tornando all’inflazione italiana, il divario con la media dell’area si amplia all’1,5%. E questa è senz’altro una buona notizia dal punto di vista della competitività delle nostre imprese. Quel gap segnala costi di produzione in minore crescita rispetto ai partner, un fatto che sostiene le esportazioni. Ed è proprio quanto si è evinto stamattina dal dato sul Pil italiano nel primo trimestre, anch’esso in crescita dello 0,3% e trainato dalla domanda estera.

Al contrario, la domanda domestica ha offerto un contributo negativo.

Inflazione italiana in aprile terza più bassa nell’Eurozona

Ricordiamo che l’inflazione italiana nell’aprile dello scorso anno fu dell’8,2%. Il crollo è iniziato nell’autunno passato, in parte dovuto all’effetto base. Tuttavia, bisogna riconoscere che dal settembre scorso, ultimo mese con tasso di crescita ancora elevato, i prezzi al consumo nel nostro Paese sono aumentati di appena lo 0,3%. Ad aprile, poi, il dato armonizzato dell’1% risulta il terzo più basso dell’Eurozona dopo Lituania (0,4%) e Finlandia (0,6%).

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