C’è aria di attesa sui mercati finanziari per il dato che l’Eurostat pubblicherà domani sull’inflazione nell’Area Euro nel mese di aprile. Oggi, le anticipazioni di Germania e Spagna. La prima ha visto scendere leggermente la sua crescita tendenziale dei prezzi al 2,2% dal 2,3% di marzo, anche se il dato armonizzato è risultato in salita al 2,4% dal 2,3% e sopra le attese. Infine, il dato “core” è sceso al 3%, ai minimi dal marzo del 2022. In Spagna, invece, l’inflazione è salita al 3,3% dal 3,2% di marzo, pur sotto le attese del 3,4%.

Il dato armonizzato è salito anch’esso dal 3,3% al 3,4%. E il dato “core” è sceso al 2,9% dal 3,3% di marzo, portandosi ai minimi dal gennaio del 2022.

Forse determinanti i dati di Francia e Italia

Piccole variazioni, dunque, che lasciano presagire che l’inflazione di aprile nell’Eurozona possa o rimanere invariata o persino segnalare una timida ripresa su base annua, la prima di questo 2024. A marzo, l’indice segnò un aumento dei prezzi al consumo del 2,4% nell’area. A questo punto, dato il peso delle due economie, saranno verosimilmente Francia e Italia che sposteranno la bilancia da una parte o dall’altra. Nel nostro Paese, l’Istat ha rivisto al ribasso il dato di marzo all’1,2% dall’1,3% inizialmente comunicato. L’Insee, invece, ha stimato al 2,3% il dato francese.

Taglio dei tassi a giugno quasi certo

L’inflazione di aprile non sarà l’ultimo dato prima del prossimo board della Banca Centrale Europea (BCE) di inizio giugno. Da qui ad allora, Francoforte avrà modo anche di capire come i prezzi si saranno mossi a maggio. Tuttavia, il dato di domani si rivelerà decisivo per creare quel clima attorno a cui si dovrà necessariamente creare il consenso per la decisione che il board dovrà adottare. A questo punto, il taglio dei tassi di interesse non sembra in dubbio.

Il vero dibattito riguarda già cosa fare dopo giugno. A luglio ci sarà il bis o una pausa prima di tagliare ancora dopo l’estate?

Un’altra questione riguarda l’entità del taglio a giugno. E forse i due dati di domani potranno dirci qualcosa di più. Non sarà solo l’inflazione di aprile ad essere pubblicata dall’istituto di statistica, bensì anche il Pil nell’Eurozona nel primo trimestre. Le combinazioni sarebbero diverse. Lo scenario più favorevole ad un taglio subito dello 0,50% contempla un’inflazione in calo verso il target del 2%, unitamente a un Pil in stagnazione o in recessione. Lo scenario più avverso a questa ipotesi consisterebbe di un’inflazione in ripresa e un Pil in accelerazione. Nel quarto trimestre dello scorso anno, era rimasto invariato dopo il -0,1% del terzo trimestre. Recessione schivata per un pelo.

Inflazione di aprile, attese non chiare

Alla pubblicazione del dato tedesco, il cambio euro-dollaro questo pomeriggio risaliva sopra 1,07, mentre lo spread BTp-Bund scendeva sotto 130 punti base. Due variazioni dal significato opposto e che forniscono una lettura contraddittoria dell’inflazione di aprile presso la prima economia europea. Il primo segnalerebbe una BCE più “falco”, il secondo più “colomba”. C’è da dire che sul rafforzamento dell’euro starebbe pesando in queste ore anche l’indebolimento del dollaro contro le principali valute mondiali.

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