Il Parlamento dovrebbe esitare a giorni gli incentivi per le auto, che stando agli emendamenti approvati dalla Commissione Trasporti alla Camera, arriveranno fino a 10.000 euro nel caso di rottamazione di un’auto con data di immatricolazione superiore ai 10 anni e relativamente all’acquisto di un’auto elettrica, scendendo a 6.500 euro in assenza di rottamazione. Per i modelli a benzina o diesel, il bonus scenderà a un massimo di 4.000 euro e sarà legato alle emissioni inquinanti, attraverso un meccanismo che penalizzerà gli acquisti di veicoli poco efficienti nei consumi di carburante.

Incentivi e rottamazione, queste auto avranno un contributo da 3500 a 10 mila euro

Per il momento si apprende che gli incentivi dureranno solo per cinque mesi, cioè fino alla fine di quest’anno. Forse, un modo per incoraggiare gli automobilisti ad affrettarsi a comprare. Viene da chiedersi, però, se dovremmo correre già ai primi di agosto per cambiare l’auto o se, al contrario, sarebbe più opportuno attendere qualche altro mese. Sappiamo che nei primi sei mesi del 2020, le immatricolazioni in Italia sono state mezzo milione in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-46%).

Crisi auto tutt’altro che breve

In tutto, il comparto ha accusato un calo di fatturato di 9 miliardi, mentre le casse dello stato hanno perso 2 miliardi. In Europa, la situazione non va molto meglio. Le vendite nel primo semestre sono diminuite di un quarto, pari a -3 milioni di veicoli immatricolati attesi per l’intero 2020 da Acea. Grazie agli incentivi, la Francia ha registrato un minimo rialzo tendenziale a giugno, cosa che fa ben sperare gli altri governi. Tuttavia, non si pensi che la crisi del settore sia momentanea, di certo non in Italia. Nel nostro Paese, le immatricolazioni nel 2019 sono state poco sopra 1,9 milioni, ma si consideri che nel 2007, anno prima della precedente crisi finanziaria mondiale, sfiorarono le 2,5 milioni di unità, il massimo di sempre.

Del resto, nel decennio passato il reddito pro-capite degli italiani risulta essere diminuito e l’auto risente, come tutti gli altri beni durevoli, proprio delle condizioni economiche delle famiglie e delle prospettive da queste percepite per il futuro. Gli incentivi sosterranno l’automotive, impedendo un crollo altrimenti ancora più devastante, ma non impediranno al mercato di ridimensionarsi. Poiché siamo di fronte a una crisi globale mai così dura dai tempi della Grande Depressione, tutte le case automobilistiche sono stracolme di veicoli nei loro magazzini. Queste scorte prima o poi dovranno essere vendute e più passano i mesi e più cresce il rischio per i produttori di doverle “svendere” per liberarsene, altrimenti la produzione andrebbe arrestata in toto.

Pensate che solamente Hertz, il colosso delle auto a noleggio fallito nelle scorse settimane, possiede in giro per il mondo un parco macchine di 700.000 veicoli dal valore commerciale stimato in 15 miliardi di dollari. Assets, che in tempi non lunghi andranno smobilizzati per essere monetizzati, così da soddisfare i creditori. Tutto questo, in un mercato mondiale in cui l’eccesso di offerta risulta già enorme e non assorbibile in pochi mesi. Molti italiani rinvieranno l’acquisto dell’auto nuova per ristrettezze familiari, quali che siano i prezzi di mercato dei modelli desiderati, mentre molti altri probabilmente venderanno per liberarsi dei costi fissi che gravano sui bilanci familiari (imposta di bollo e assicurazione) e per incassare una qualche somma di denaro con cui affrontare l’immediato.

Il curioso boom in borsa della fallita Hertz

Comprare auto sotto Natale?

Da qui a qualche mese, incentivi o meno, i prezzi delle auto in Italia collasseranno. L’autunno, che si attende caldo sul piano sociale, sarà tutt’altro che un buon momento per pensare a rottamare la vecchia auto, per cui i rivenditori dovranno ridursi ulteriormente i margini per fatturare qualcosa, mentre le case incrementeranno gli incentivi offerti in tandem con lo stato, al fine di non rimanere con volumi di scorte ingestibili.

Certo, se gli incentivi statali realmente non venissero estesi al 2021, sarebbe bene farsi un giro tra le concessionarie sotto Natale, quando dovremmo assistere a una pressione massima al ribasso sui prezzi.

Probabile che l’annuncio di una proroga degli incentivi cada a ridosso della fine dell’anno per massimizzare il risultato di sostegno immediato al comparto. A sua volta, esso rallenterebbe gli acquisti già modesti e spingerebbe i prezzi ancora più giù. Insomma, a Natale sarebbe il giusto momento per farsi un regalo, qualora le disponibilità finanziarie lo consentissero. E poiché gli incentivi sostengono di per sé il mercato delle auto nuove, l’usato dovrebbe mostrarsi ancora più alla portata delle tasche meno piene.

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