Buongiorno. Ho letto una sua risposta su Investire Oggi ad un’insegnante prossima alla pensione ed aderente al Fondo Espero ed ho pensato di scriverle per chiederle una cortese consulenza. Ho 56 anni e sono una lavoratrice precoce poiché ho iniziato prima dei 16 anni d’età. Ho sempre lavorato nel privato dove, ad oggi, ho maturato circa 35 anni di contributi. Nel 2014 ho partecipato al bando triennale del MIUR per personale ATA di terza fascia come collaboratore scolastico e, ad oggi, ho maturato circa 20 mesi di lavoro non continuativo. Attualmente ho sottoscritto un contratto a tempo determinato come collaboratore scolastico fino al 30 giugno e con il concludersi di questo anno scolastico maturerò il numero minimo di mesi necessario per poter -un altr’anno- avere diritto a scegliere la sede di lavoro ed ottenere un nuovo contratto annuale anziché accettare supplenze brevi. Ho da poco saputo dell’esistenza del Fondo Espero. Prima di disturbarla sono andata nel relativo sito per leggere di cosa si trattasse. Per sommi capi ne ho compreso il senso generale e le caratteristiche ma mi rivolgo a lei per chiederle se, nella mia situazione specifica, avrebbe ugualmente senso iscrivermi ed, in caso affermativo, quale sarebbe la miglior formula da sottoscrivere, se quella minima obbligatoria oppure se incrementarla.
Gentile lettrice, chiariamo a tutti i nostri lettori in cosa consiste il Fondo Espero.
Trattasi di un fondo pensione per il personale della scuola, che consente un’integrazione ai contributi obbligatori versati, pari all’1% della retribuzione lorda da parte del lavoratore e al quale l’ente pubblico partecipa con un altro 1%. L’obiettivo consiste nell’aumentare la pensione a cui l’iscritto avrà diritto dopo essere uscito dal lavoro. Come qualsiasi fondo pensione, l’orizzonte temporale a cui guarda Espero è di lungo periodo. Lei scrive di avere 56 anni di età e circa 36 anni e mezzo di contributi, di cui 35 versati nel settore privato.
Questo significa che, a normativa vigente, Lei potrà andare in pensione tra circa 7 anni, oppure attendere il raggiungimento dei 67 anni dell’età ufficiale. Non stiamo prendendo in considerazione Quota 100, date le recenti dichiarazioni del nuovo governo sulla volontà di non estendere tale opzione dopo il 2021. E stiamo scartando l’ipotesi che richieda la prestazione come lavoratrice precoce.
Se s’iscrivesse oggi al Fondo Espero, nel migliore dei casi verserà contributi per 10-11 anni. Pochi per sperare di ottenere una congrua integrazione previdenziale. Tuttavia, si tratta di accantonamenti fruttiferi, per quanto i rendimenti non siano chiaramente garantiti. A questo punto, quale formula scegliere: Garanzia o Crescita? Le due si distinguono per il maggiore grado di rischio della seconda, studiata per i lavoratori più giovani, cioè che abbiano un orizzonte temporale d’investimento più lungo. Per quanto detto, Le suggeriamo di seguire le indicazioni dello stesso Fondo Espero e di optare per la formula Garanzia, che rende un po’ meno, ma tende ad essere più sicura, investendo perlopiù in obbligazioni e denominate in euro, comportando bassi rischi di cambio e di credito.
Negli ultimi quasi 13 anni, il rendimento medio annuo della quota investita in Crescita è stato del 4,3%, quello della quota Garanzia del 2,1%. Ma 10-11 anni sembrano pochi per assumersi rischi maggiori, non essendovi eventualmente il tempo per recuperare le perdite e mettere a segno guadagni superiori. Pertanto, per quanto tardiva, l’iscrizione al Fondo Espero a 56 anni non è sconsigliata, ma sarebbe preferibile puntare sulla formula Garanzia.
In pensione con Fondo Espero, quando riscattare la posizione e quanto rende 
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