Buongiorno, 
sono un’insegnante di scuola primaria che ha presentato domanda per prepensionamento con quota 100 e, verosimilmente, andrò in pensione con il primo settembre 2029. Ho compiuto 65 anni ed ho 39 anni di servizio.
Nel 2005 ho aderito ad Espero, in regime di crescita col versamento della quota 1% e dell’ 1% da parte dell’Amministrazione. Ho letto quanto pubblicato da lei oggi a proposito della possibilità di accedere all’anticipo di 45,000 euro con il pagamento di un tasso di interessi alle banche aderenti. A parte che trovo ingiusto ciò, poiché i soldi del TFS o TFR sono miei, pagare anche per averli è ridicolo. In ogni caso, vorrei sapere da lei a quanto ammonterebbe pressappoco la mia pensione e  se il fondo Espero mi può essere liquidato senza le attese previste per il TFS. Grazie!

Gentile lettrice,

la sua email ci consente di approfondire il tema della previdenza complementare per i dipendenti della scuola.

Il Fondo Espero a cui Lei ha aderito è nato nel 2004 e prevede il pagamento di premi pari all’1% minimo obbligatorio del reddito lordo da parte del lavoratore, a cui si aggiunge l’1% versato dall’ente datore di lavoro. L’obiettivo consiste nel garantire al dipendente pubblico scolastico di andare in pensione con un trattamento complessivo sufficiente. E le riforme al sistema previdenziale degli ultimi decenni hanno reso meno generosi gli assegni che in futuro verranno erogati, inasprendo anche i requisiti di accesso.

Giustamente, Lei ci fa notare come sia assurdo che lo stato faccia pagare il dipendente per consentirgli un anticipo del proprio TFS, soldi a cui avrebbe diritto subito dopo essere andato in pensione e che, invece, potrebbero tardare ad arrivare fino a un massimo di 6 anni. Non voglio aggiungere altro, se non che sia semplicemente ingiusto e concordi con Lei. Per fortuna, però, la tempistica del riscatto della posizione accumulata con Fondo Espero non ha niente a che spartire con quella seguita dal TFS.

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Quando è possibile il riscatto

Il riscatto deve avvenire con debita compilazione della modulistica presente nel sito del fondo medesimo, all’atto del pensionamento. Dunque, Lei ha già titolo per chiedere di accedere alla liquidazione delle somme accumulate, verosimilmente erogate attraverso una rendita vitalizia. Anzi, la legge di Stabilità 2018 ha previsto la possibilità per l’iscritto di chiedere il riscatto anche prima di andare in pensione, ovvero quando: maturi l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi nel regime obbligatorio di appartenenza; abbia cessato l’attività lavorativa; abbia maturato almeno 20 anni di contributi con il regime obbligatorio di appartenenza; sia stato iscritto per più di 5 anni a forme di previdenza complementare. O anche quando: l’età per la pensione di vecchiaia venga raggiunta entro i successivi 10 anni; l’attività lavorativa sia cessata; si è in uno stato di inoccupazione da oltre 24 mesi e si sia stati iscritti per più di 5 anni a forme di previdenza complementare.

Quanto all’importo della sua pensione, immagino che volesse riferirsi alla parte liquidata proprio da Fondo Espero. Pur necessitando di dati che non ci ha inviato, abbiamo supposto che Lei percepisca un reddito annuo lordo intorno ai 33.650 euro. Tanto sarebbe il trattamento per un insegnante di scuola primaria con la sua anzianità di servizio. Ebbene, dal simulatore è uscito che il montante accumulato, tra contributi versati e rendimenti, supererebbe i 9.000 euro. La sua rendita vitalizia oggi sarebbe pari a 501,42 euro all’anno. Consideri che questo importo è sottoposto a tassazione agevolata, cioè non alle ordinarie aliquote Irpef (23-43%), bensì a un minimo del 9% e fino a un massimo del 15%, in base agli anni di iscrizione al fondo. Nel suo caso, avendo aderito per 14 anni, l’aliquota da applicare sarebbe quella massima del 15%, per cui percepirebbe post-tasse intorno ai 426 euro all’anno, 35,50 al mese.

Chiaramente, i calcoli potrebbero non essere molto precisi, date le scarne informazioni da Lei inviate. In bocca al lupo!

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