E’ la fine di un’era per la città di Firenze, ma anche per tutto il calcio italiano. Dallo scorso giovedì, formalmente la Fiorentina non è più di proprietà dei fratelli Andrea e Diego Della Valle, passata di mano all’imprenditore dei media italo-americano Rocco Commisso, 69 anni, negli USA da 57, quando il padre partì dalla Calabria in cerca di fortuna. I Della Valle avevano rilevato la Fiorentina 1926 Florentia, scesa in C2, nel 2012. Da allora, La Viola non ha mai fatto dubitare sulla sua permanenza in Serie A, nonostante non possa vantare grandi successi sportivi e anche sul piano finanziario stia messa abbastanza male.

Il closing è avvenuto per 130 milioni di euro. E già questa cifra depone in favore di Commisso, che può disporre di una rossa stimata da Transfermarkt in 240 milioni, a fronte di un monte-ingaggi di soli 37 milioni. In buona sostanza, già subito l’italo-americano avrebbe modo di fare un po’ di cassa vendendo qualche pezzo grosso, come Federico Chiesa, che sul mercato oggi varrebbe sui 60 milioni e che, però, percepisce solamente 1,6-1,7 milioni di euro netti a stagione con un contratto rinnovato due anni fa fino al 2022.

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I numeri dei 17 anni di Della Valle

Quella dei Della Valle, ultimamente contestati oltre il dovuto dalla tifoseria, non è stata certo la storia di imprenditori avidi in cerca di facili profitti, per quanto legittimi sarebbero stati. Dal 2003, avrebbero messo mano al portafogli per un totale di 285 milioni di euro, di cui 221 milioni per coprire disavanzi di gestione, quasi totalmente dovuti alle minusvalenze esitate dal calciomercato. I restanti 64 milioni sono stati investiti ricorrendo a finanziamenti fruttiferi. Tra gli investimenti, vanno notati i 17 milioni in favore del centro sportivo e la messa in sicurezza dello Stadio Franchi, immobili non di proprietà della famiglia.

Soltanto per 4 dei 16 anni interamente trascorsi sotto la gestione dei Della Valle hanno esitato un risultato positivo: 4,4 milioni nel 2009, 1,1 milioni nel 2012, 1,4 milioni nel 2013 e 35,5 milioni nel 2017.

Ma nel totale, il rosso è stato di 132,4 milioni, pari a una perdita media annua di 8,3 milioni. Nell’ultimo esercizio chiuso il 31 dicembre scorso, le perdite sono state pari a 15,7 milioni, mentre i ricavi hanno di poco superato i 100 milioni e il patrimonio netto è sceso a 77 milioni. Va detto che Commisso, che un anno fa ha tentato seriamente di rilevare il Milan dall’allora proprietario cinese Yonghong Li, avrebbe fatto probabilmente un affare spostandosi da Milano a Firenze, perché oggi avrebbe dovuto altrimenti mettere mano al primo bilancio rossonero con un risultato netto negativo atteso fino a 80 milioni.

Commisso possiede una fortuna personale stimata in 4,8 miliardi di dollari, circa 33 volte la cifra investita per comprare la Fiorentina. Attualmente, attraverso Mediacom Llc e Mediacom Broadband fattura circa 2 miliardi all’anno, anche se il suo business è oberato da 2,35 miliardi di debiti. C’è un aspetto positivo di questo indebitamento: risulta quasi tutto contratto a tasso variabile e la discesa dei tassi attesa in America fa intravedere un calo dell’esborso annuale per il pagamento degli interessi, ossia potenzialmente maggiori risorse a disposizione delle sue società e, indirettamente, per la Fiorentina. Tant’è che l’uomo ha subito dopo l’acquisto dichiarato che alla società serve uno stadio di proprietà. Sarebbe il vero, grande investimento per La Viola. Del resto, il commiato dei Della Valle è stato all’insegna della conferma del loro amore per la squadra: “Non abbiamo accettato l’offerta migliore, ma quella che può garantire più respiro alla Fiorentina”. E i tifosi sperano che sia vero.

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