Le elezioni federali in Germania hanno esitato una vittoria di misura dei socialdemocratici (SPD) di Olaf Scholz, in testa con il 25,7%, a +5,2% rispetto a 4 anni fa. A seguire, i cristiano-democratici (CDU-CSU) di Armin Laschet, sprofondati al 24,1%, quasi 9 punti in meno rispetto al 2017. Ma su chi sarà il prossimo cancelliere della Germania è ancora mistero.

Scholz rivendica la guida del prossimo governo, forte dell’ascesa del suo partito e del tracollo del centro-destra. Tuttavia, i numeri consentono anche al suo diretto rivale di non disperare.

Con 206 seggi, l’SPD ne ha esattamente 10 in più al Bundestag, pochi per ritenere di averla già spuntata. La differenza la faranno i Verdi, forti di uno storico 14,8% (+5,9%) e, soprattutto, i liberali dell’FDP. Saliti solamente all’11,5% (+0,8%), il suo leader Christian Lindner detiene nei fatti le chiavi della prossima cancelleria.

A pochi giorni dalle elezioni, il 42-enne promise agli elettori che non avrebbe mai avallato un governo di sinistra. Eppure, senza di lui e i Verdi Scholz non potrà governare. Anche perché la Linke, il partito dell’ultra-sinistra, è sceso al 4,9% dei consensi, sotto la soglia di sbarramento del 5%. Dunque, o Lindner apre o niente governo a guida socialdemocratica.

Il nuovo cancelliere in Germania non arriverà presto

Ieri sera, subito dopo l’inizio dello spoglio, quando il testa a testa tra i due principali partiti era divenuto palese, sia l’Unione cristiano-democratica che i liberali aprivano a una coalizione con i Verdi. Se riuscissero nell’intento, il prossimo governo in Germania sarà spostato più a destra di quello uscente. Infatti, i Verdi vi porterebbero istanze ambientaliste e inevitabilmente progressiste, ma i liberali farebbero asse con i cristiano-democratici su temi come il pareggio di bilancio, il taglio delle tasse e l’opposizione all’emissione di debiti comuni in Europa.

In alternativa, se i liberali accettassero di far parte di un governo guidato da Scholz, reclamerebbero quasi certamente il ministero delle Finanze, attraverso il quale presidierebbero i conti pubblici tedeschi.

Dimentichiamoci una politica di allentamento fiscale e aperture sostanziose di Berlino agli Eurobond. L’unico scenario seriamente alternativo sarebbe la riproposizione della Grosse Koalition. Sarebbe la quarta dal 2005, una patologia costata chiarissima ai due Volksparteien, crollati entrambi ai loro rispettivi minimi dal Secondo Dopoguerra.

Tuttavia, una nuova alleanza tra CDU-CSU e SPD converrebbe allo stato attuale solamente a Scholz, che con una manciata di seggi in più otterrebbe la cancelleria. E perché mai i conservatori dovrebbero accettare? Solamente nel caso in cui non riuscissero a formare un governo con FDP e Verdi, diverrebbe uno scenario reale. E verosimilmente ciò passerebbe per l’irrigidimento delle posizioni dei Verdi, magari su pressione della stessa SPD. Lo stesso faranno i conservatori con l’FDP. Insomma, il volto del prossimo cancelliere rischia di restare misterioso per chissà quante altre settimane.

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