Giovedì 27 ottobre la BCE ha tenuto la penultima riunione del board di quest’anno, adottando le seguenti decisioni:

  • rialzo dei tassi di riferimento, di rifinanziamento marginali e sui depositi bancari dello 0,75%;
  • revisione delle condizioni annesse ai prestiti bancari erogati alle aste T-Ltro.

Il rialzo dei tassi d’interesse si è reso necessario per contrastare un’inflazione schizzata nell’Eurozona al 9,9% a settembre, ultimo dato disponibile prima del board. In ottobre, c’è stata un’ulteriore accelerazione al 10,7%. Da allora, abbiamo registrato sul mercato movimenti abbastanza evidenti di ulteriore crescita dei tassi.

Potrà sembrare scontato, date le decisioni della BCE. Non lo è per il semplice motivo che la stretta di Francoforte fosse stata prevista anche nell’entità.

Tassi d’interesse in rialzo lungo la curva

Eppure l’Euribor a 3 mesi è salito dopo il board da 1,60% a 1,73%. Spostandoci sul tratto lungo della curva, abbiamo che l’Eurirs a 10 anni è passato dal 2,90% al 3,16% e quello a 20 anni dal 2,79% al 2,99%. Praticamente stanno risalendo tutti i tassi d’interesse lungo le scadenze. Nelle settimane precedenti al board, essi avevano registrato un discreto ripiegamento.

Per capire le ragioni di questi movimenti, vi facciamo vedere cosa sia accaduto ai futures sull’Euribor a 3 mesi. Essi sono le scommesse del mercato circa l’andamento dei tassi d’interesse per i prossimi mesi e anni. Ebbene, come dimostra il grafico di sotto, il settembre del 2023 continua ad essere considerato il mese in cui il costo del denaro raggiungerà l’apice nell’Eurozona.

Tassi d'interesse dopo board BCE

Attesa stretta BCE più dura

Tuttavia, proprio questo apice è intravisto ben superiore a quello emerso a fine seduta di giorno 27 ottobre, giorno del board BCE. Allora, si prevedeva un tasso massimo del 2,80%, mentre al termine di questa settimana era già al 3,20%. Un rialzo delle stime dello 0,40%, che equivale a scontare quasi due aumenti dei tassi d’interesse in più da parte della BCE.

In teoria, la maggiore stretta monetaria avrebbe anche potuto ridurre i tassi a lungo, grazie alle minori aspettative d’inflazione. Se ciò non è accaduto – anzi, è accaduto il contrario – è perché, evidentemente, il mercato crede che l’inflazione nell’Eurozona resterà sopra il target del 2% a lungo.

In altre parole, i tassi d’interesse salgono sul tratto breve della curva per scontare una stretta BCE più dura. E salgono anche sul tratto lungo per via della maggiore inflazione attesa per un periodo prolungato. Probabile, infine, che abbia influito sul trend rialzista anche il dato sul PIL dell’Eurozona nel terzo trimestre superiore alle attese. Il solo fatto che la recessione economica sia percepita un po’ più lontana spingerebbe la BCE ad alzare i tassi d’interesse a livelli un po’ più alti di quelli scontati fino a qualche settimana fa.

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