Le previsioni danno nubi all’orizzonte. E non ci riferiamo a quelle meteo. L’economia europea starebbe rallentando di mese in mese a causa della crisi dell’energia da cui è afflitta. Il caro bollette divora i bilanci delle famiglie e delle imprese. Ne pagano il prezzo consumi e investimenti. Presto sarà la volta dell’occupazione. Una recessione europea sarebbe alle porte, sebbene gli analisti non siano concordi sul fatto che la crisi riguarderà tutto il Vecchio Continente. Germania e Italia sembrano essere le principali economie a risultare travolte dall’impennata dei prezzi del gas.

Il mercato, tuttavia, continua a non credere che le conseguenze saranno severe per tutta l’Eurozona.

In questi mesi, la BCE sta alzando i tassi d’interesse per cercare di combattere l’inflazione, esplosa al 9,9% a settembre (dato rivisto dal 10% della stima preliminare). A luglio sono stati portati a 0,50% e il mese scorso a 1,25%. Tornano in territorio positivo dopo otto anni. Per il board in programma questo giovedì, sono attesi in ulteriore rialzo dello 0,75% al 2%. Ma, come dicevamo, pesa l’ombra di una recessione europea.

Un modo per capire se il mercato la stia scontando, consiste nel guardare ai futures sui tassi. Il ragionamento è il seguente: finché i tassi d’interesse salgono, evidentemente la BCE non teme la crisi. Se i tassi scendono, sarebbe il segnale che la BCE stessa sconti una recessione europea, la quale si rifletterebbe in aspettative d’inflazione calanti.

Recessione europea inattesa nel medio termine

I futures sull’Euribor a 3 mesi culminano al 3,35% per il prossimo mese di settembre. Significa che il mercato sconterebbe un rialzo dei tassi al 2% per ottobre e di altri 135 punti base o 1,35% nei successivi cinque board. Verosimilmente, il percorso sarebbe di +50 a dicembre, +25 a gennaio, marzo e aprile. Ancora per la fine del 2024, cioè tra oltre due anni da oggi, il livello dei tassi sarebbe atteso in area 3,20%.

Come dire che non vi sarebbe in vista alcun allentamento monetario nel medio termine. E questo sarebbe il risultato di un’inflazione persistente, a fronte di un’economia attesa resiliente.

In altre parole, ad oggi il mercato non crede all’arrivo imminente della recessione europea. Non a caso Pierre Wunsch, governatore centrale belga, ha avvertito che i tassi d’interesse potranno salire fino a oltre il 3%. Chiaramente, non dobbiamo prendere per oro colato le previsioni del mercato, dato che queste sono suscettibili anche di grosse e repentine variazioni a seguito della pubblicazione di qualche dato macro traballante. Semplicemente non possiamo dare per scontato che accada qualcosa che fino ad ora non è considerato lo scenario di base tra gli investitori. A meno di credere che la BCE sarà nelle condizioni di continuare ad alzare i tassi, ignorando la crisi.

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