Il debito pubblico italiano è sceso a 2.762,464 miliardi di euro a dicembre, giù di 2,92 miliardi rispetto al dato del mese precedente. E’ quanto ha pubblicato oggi la Banca d’Italia nel suo aggiornamento mensile. In un anno, la crescita è stata di 84,4 miliardi, causata per 54 miliardi dal fabbisogno delle Amministrazione pubbliche, mentre gli scarti di emissione, le variazioni dei tassi di cambio e la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione hanno contribuito per 34,4 miliardi. Nello stesso tempo, le disponibilità liquide del Tesoro sono scese di 4 miliardi a 43,5 miliardi, riducendo l’entità dello stock.

Alla fine di dicembre, la vita media del nostro debito pubblico era di 7,7 anni, in leggero rialzo dai 7,6 anni di fine 2021.

Scende rapporto tra debito pubblico e PIL

Centrate quasi perfettamente le attese degli analisti. Sulla base di questi dati, il rapporto con il PIL dovrebbe ridursi più velocemente di quanto previsto dal governo con la Nota di Aggiornamento al DEF di novembre. Allora, fu stimato al 145,7%, ma con un debito pubblico di circa 10,5 miliardi più alto e un PIL nominale più basso. Possibile una discesa sotto il 145% dal 150,3% del 2021.

C’è un’altra notizia positiva in queste cifre. Dopo sette mesi di cali consecutivi, torna a salire la quota in mano agli investitori stranieri. A novembre, le esposizioni dall’estero verso il debito pubblico italiano sono cresciute di 2,46 miliardi a 749,384 miliardi. Restano molto più basse dei 784 miliardi del marzo scorso. In termini percentuali, tuttavia, cambia poco. Si passa dal 27% di ottobre al 27,1% di novembre.

Tornano ad investire anche famiglie

E continuano a salire anche le detenzioni tra le famiglie italiane. Alla fine di novembre, il debito pubblico in loro possesso saliva di altri 4,5 miliardi a 181,253 miliardi, segnando un incremento di 38,4 miliardi nei primi undici mesi dell’anno. La loro quota risulta così del 6,55%. A novembre, il Tesoro lanciò l’emissione del BTp Italia novembre 2028.

Il bond indicizzato all’inflazione domestica ricevette ordini per 7,7 miliardi tra le famiglie. Per marzo ne è stata annunciata un’altra. Sarà un nuovo BTp Italia a 5 anni. Ed è presumibile che, alla luce del forte balzo dei rendimenti, la percentuale di debito pubblico in mano al pubblico italiano continui a crescere. Del resto, era al 18% nel 2011, prima che crisi dello spread e crollo dei rendimenti riducessero l’appeal dei titoli di stato.

Italia e Germania cercano accordo su Patto di stabilità

La discesa del rapporto tra debito pubblico e PIL è richiesta dalla Germania come precondizione per avallare una riforma del Patto di stabilità all’insegna di una maggiore flessibilità. Il vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ritiene che questa debba accompagnarsi a una maggiore trasparenza delle metriche usate da Bruxelles. E dall’Olanda, il ministro delle Finanze, Sigrid Kaag, punta sul meccanismo del “bastone e la carota”: spazi di bilancio a favore di investimenti e riforme, ma sanzioni a carico di chi trasgredisce.

Il dibattito sulla riforma del Patto di stabilità, spiega il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dovrà essere parallelo a quello sul Green Deal. In altre parole, l’Italia del governo Meloni vorrebbe sfruttare un accordo sugli aiuti di stato, tanto caro ai tedeschi, per ottenere in cambio maggiore flessibilità sui conti pubblici. La soluzione risiederebbe in quel percorso “credibile” di discesa del rapporto tra debito pubblico e PIL pretesa da Berlino. La vera sfida per Roma sarà continuare a ridurre tale rapporto in misura significativa anche dopo il rimbalzo del PIL dopo la pandemia.

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