Il prezzo del gas è sceso sotto 50 euro per Mega-wattora alla borsa olandese, mercato “benchmark” per l’intera Unione Europea. È il livello più basso registrato dalla fine di agosto del 2021, un anno e mezzo fa. Nell’agosto scorso, era esploso al record storico di 340 euro. Da allora, segna un crollo dell’85%. Grazie a questo trend, l’inflazione europea sta decelerando da mesi. A gennaio, nell’Area Euro è scesa all’8,5% dal picco del 10,1% toccato a novembre. C’è molta strada da fare prima di tendere al target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea.

A ogni modo, la direzione è quella giusta. Ma poiché il Vecchio Continente è diventato sede di ogni paradosso, ci credereste se vi dicessimo che la discesa dell’inflazione rischia di arrestarsi proprio per il tracollo del gas?

Come funziona mercato ETS

Per capirci qualcosa, è necessario che vi diciamo cosa sia il mercato degli ETS. È un sistema di aste per l’acquisto dei “permessi per inquinare”. Da anni, l’Unione Europea fissa quote massime di inquinamento annuo per circa 11.000 aziende del manifatturiero, del settore energetico e di quello aereo. Ciascuna ha un tetto di emissioni di CO2 per l’anno. Tale tetto è ridotto di anno in anno per costringere le aziende a una maggiore efficienza energetica. Coloro che non riescono a rispettare le quote, magari perché stanno producendo di più, possono acquistarle dagli emittenti che stanno inquinando meno della quota loro assegnata.

È così che si forma un mercato in cui la domanda arriva dalle aziende che hanno necessità di inquinare e l’offerta da quelle che stanno sotto-inquinando. E come in qualsiasi mercato, l’eccesso di domanda spinge i prezzi in alto e l’eccesso di offerta li comprime verso il basso. Oggi, acquistare una tonnellata di CO2 tramite gli ETS sta costando oltre 100 euro. Si tratta di un record storico. Pensate che prima del Covid, i prezzi si muovevano tra 15 e 30 euro.

Negli anni precedenti ancora, non andavano oltre i 5 euro.

Discesa inflazione frenata da ETS?

Il boom di queste settimane ha a che fare molto con il prezzo del gas. Il crollo di quest’ultimo, dovuto in buona parte a un inverno relativamente mite, sta sostenendo la ripresa delle attività produttive dopo la “gelata” dei mesi passati. Produrre di più significa anche inquinare di più, per cui la domanda di quote CO2 sta crescendo e con essa i prezzi. Questo meccanismo, però, non fa che frenare la discesa dell’inflazione, dato che le aziende produttrici scaricheranno i maggiori costi sui prezzi al consumo. Tant’è che, quando un anno fa esplose la crisi del gas, vi fu la richiesta di parte del mondo imprenditoriale e politico alla Commissione di sospendere temporaneamente il meccanismo degli ETS. Non se ne fece nulla.

Da un lato, l’esplosione dei prezzi ai nuovi massimi storici segnala che la produzione in Europa stia salendo e, quindi, che il rischio di recessione per l’economia si riduce. Dall’altro, essa comporta un aumento dei costi e, a cascata, dei prezzi al consumo già impennatisi ai ritmi maggiori da quaranta anni a questa parte. Al di là di fattori stagionali, il grafico degli ETS dimostra che la corsa dei prezzi sia partita alla fine di settembre, guarda caso quando il gas iniziò a sgonfiarsi sui mercati. Invece, nel mese di agosto si era registrato un crollo dall’allora record di 98 euro fino ai 66 euro di settembre. In quelle settimane, il gas era schizzato ai massimi storici, facendo temere un collasso immediato di produzione e consumi.

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