Nove anni dopo, arriva la firma tanto attesa: il governo ha ufficializzato il rinnovo dei contratti per un milione di addetti ai lavori, tra personale Ata e docenti. Come per gli statali, la misura è arrivata a ridosso delle attesissime elezioni politiche di domenica 4 marzo, quando il popolo italiano sarà chiamato a decidere il partito o la coalizione a cui affidare il potere per la prossima legislatura. Il Pd di Matteo Renzi mette dunque a segno un altro importante colpo, nonostante gli aumenti salariali fossero già nell’aria il 30 novembre 2016, in occasione dell’accordo tra le confederazioni.

Aumenti contratto nazionale Scuola

Al mese, gli insegnanti e il personale Ata riceveranno 85 euro in più in busta paga. Degli oltre 1,2 milioni di dipendenti coinvolti, 200 mila rientra negli addetti dell’Afam (Alta formazione artistica e musicale), accanto ad addetti dell’Università e della ricerca. Il ministro della Scuola, Valeria Fedeli, si è detta soddisfatta per l’intesa raggiunta. In un tweet pubblicato da Miur Scuola, le dichiarazioni attribuite al ministro: “Soddisfatti per intesa. Valorizzare chi lavora nei settori della conoscenza è investimento sul futuro”. Con la testa proiettata al futuro anche il ministro Marianna Madia, che in un tweet sottolinea: “Firmato il nuovo contratto della conoscenza, dalla scuola alla ricerca, all’Università, agli istituti artistici e musicali”. A conclusione del tweet, il ministro ha aggiunto l’eloquente hashtag: #unPaesechecambia.
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Al termine del tavolo di confronto durato tutta la notte tra sindacati e governo, si è arrivati ad una storica spaccatura tra i principali sindacati e il duo Gilda degli insegnanti e Snals. Da sottolineare come il bonus per il merito verrà da questo momento in poi distribuito in misura del 60 per cento nelle buste paga degli insegnanti e il restante 40 per cento confluirà nell’istituzione scolastica.
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