Spread giù, azioni su. Il primo mese e mezzo di governo Meloni ha portato bene ai mercati finanziari, contrariamente a molte previsioni della vigilia. Dall’apice dei 250 punti base toccato in ottobre, il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e tedeschi a dieci anni si è ristretto ai circa 185 di ieri. Bene anche Borsa Italiana, che guadagna nel frattempo poco meno del 13,5%. In termini di capitalizzazione, siamo a +78 miliardi di euro. Il dato si ricava elaborando i numeri rilasciati dalla stessa società su cui sono quotate le aziende a Milano.

Nessuna altra piazza finanziaria importante d’Europa e negli USA ha fatto meglio nel periodo considerato.

L’indice Dax 30 di Francoforte è andato pressappoco bene quanto l’FTSE MIB, mentre il Cac 40 di Parigi ha segnato quasi +11%. Meno bene l’FTSE 100 di Londra a +8% e l’S&P 500 a +6,6%. Ma c’è da dire che dall’inizio dell’anno, la Borsa di Londra riesce a guadagnare circa mezzo punto, mentre tutte le altre citate sono in rosso. Borsa Italiana segna -12%, la seconda peggiore dopo l’S&P 500 a -16,6%. Calo in doppia cifra anche per Francoforte (-10%), mentre Parigi se la cava con un -7,5%.

Borsa Italiana su, ecco le ragioni

Tornando al dato saliente, il governo Meloni sembra avere smentito le cassandre e ha messo le ali ai mercati. Ciò è avvenuto per diverse ragioni. La prima è che la manovra di bilancio presentata in Parlamento e alla Commissione europea è stata improntata alla prudenza fiscale. Ci sono persino misure di austerità impreviste, come la riduzione del taglio delle accise sul carburante e il taglio della rivalutazione delle pensioni sopra 2.100 euro al mese.

Secondariamente, la discesa dell’inflazione americana ad ottobre ha convinto gli investitori che la stretta globale sui tassi d’interesse sia prossima alla fine. E tutto quello che va nella direzione di allentare le condizioni monetarie fa bene al debito pubblico italiano, notoriamente elevato.

In altri termini, Borsa Italiana beneficia della riduzione del rischio sovrano percepito.

Infine, c’è l’andamento dell’economia italiana migliore delle attese. Tant’è che l’agenzia di rating Fitch ha migliorato in questi giorni le sue stime per il 2023 da -0,7% a -0,1%. Per l’ISTAT, quest’anno il nostro PIL crescerà del 3,9% e l’anno prossimo dello 0,4%. La resilienza alla crisi dell’energia impressiona positivamente il mercato, che prende nota. Dopodiché, il dato politico rimane. Il governo Meloni non ha debuttato all’insegna dello scontro con Bruxelles. Anzi, cerca di trattare con toni pacati la rinegoziazione del PNRR per adeguarlo all’aumentato costo della vita.

Società quotate a Milano capitalizzano poco

Borsa Italiana varrebbe adesso tra 660 e 665 miliardi di euro. Rispetto al PIL nominale atteso per quest’anno, incide per il 35%. Agli inizi degli anni Duemila, era arrivata a capitalizzare per oltre il 50% del PIL. Siamo molto indietro rispetto alle altre principali economie avanzate. Questo significa che le nostre aziende in borsa sono sottocapitalizzate, valgono poco e sono anche in poche ad essere quotate. Del resto, più che a IPO di grosse realtà assistiamo a operazioni di delisting, come l’annunciata cessazione della quotazione a Milano da parte di Stellantis (ex FCA).

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