Da quando Fitch ha promosso Monte Paschi di Siena, alzando di due “gradini” il suo giudizio sull’affidabilità creditizia da B+ a BB, le azioni in borsa hanno spiccato il volo. Dopo il +8,5% messo a segno nella seduta di lunedì, un altro guadagno sopra il 5% è arrivato ieri, portando il rialzo complessivo a +13,3%. E dall’inizio dell’anno il titolo segna un +49,3%, pur molto inferiore al +84% di Unicredit e più che doppio del +24% di Intesa Sanpaolo. Al termine della seduta di ieri, il titolo superava i 3 euro e la capitalizzazione saliva a 4,15 miliardi di euro.

Considerato che la quota in possesso del Tesoro sia del 64,2%, essa vale sui 2,66 miliardi, uno in più dell’esborso di un anno fa per partecipare all’aumento di capitale.

Azioni Monte Paschi “buy” per Deutsche Bank

Secondo Deutsche Bank, le azioni Monte Paschi sono “buy” a 4,10 euro. Diverse le ragioni per acquistarle. La prima è che la banca senese chiuderà l’esercizio in corso con un utile netto di 1,1 miliardi di euro. I rischi legali sono nel frattempo scesi a 2,9 miliardi e potrebbero scendere ancora dopo la sentenza di giorno 27 a carico di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. E più l’istituto appare risanato, maggiori le probabilità di una sua integrazione con altri concorrenti italiani. Non è un mistero che il governo Meloni punti al terzo polo bancario con Banco BPM e BPER.

L’idea dell’esecutivo sarebbe di affiancare ai colossi Intesa Sanpaolo e Unicredit un altro soggetto di dimensioni significative sul mercato domestico del credito. Ad oggi, Giuseppe Castagna e Piero Luigi Montani, rispettivamente amministratore delegato di Banco BPM e BPER, si sono dichiarati “non interessati” al dossier. Ma alla luce dei nuovi numeri, molto può cambiare. Attualmente, Monte Paschi è una banca risanata e che in borsa è sottocapitalizzata. Chi la prendesse in sposa, potenzialmente farebbe un buon matrimonio.

Privatizzazione entro 2024

Il Tesoro dovrà cedere la banca entro l’anno prossimo. Già esisterebbero trattative con Bruxelles per fare slittare la “deadline”. Entro la fine di dicembre, poi, venderebbe sul mercato una prima quota, pur restando in possesso della maggioranza assoluta delle azioni Monte Paschi. Sarebbe un segnale inviato alla Commissione europea circa la volontà di riprivatizzare la banca. In ogni caso, anche i numeri positivi di questa fase non consentirebbero allo stato di rientrare nelle spese sostenute per la nazionalizzazione. Esse ammontano complessivamente a 7 miliardi di euro. Solo se la capitalizzazione salisse intorno agli 11 miliardi sarebbe possibile uscire dal capitale senza perdite.

C’è da dire, infine, che come tutte le altre banche Monte Paschi sta beneficiando in questa fase dell’aumento dei tassi di interesse. Il margine di interesse è salito del 62,7% a 1,688 miliardi nei primi nove mesi dell’anno. E’ evidente che quando i tassi scenderanno, anche i numeri di questi trimestri rischiano di diventare meno positivi. Il Tesoro deve cercare di chiudere l’operazione terzo polo entro i prossimi mesi, puntando a sfruttare il clima favorevole a Siena dopo lunghissimi anni di scetticismo sulla sua capacità di reggersi sul mercato.

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