L’espressione “povertà assoluta” non dovrebbe avere cittadinanza in una delle maggiori economie del pianeta, eppure esiste e stando all’Istat, il fenomeno è oggi 3 volte più grande tra i bambini, rispetto al 2008, anno in cui esplose la terribile crisi, che da finanziaria si trasmise rapidamente all’economia reale. Sono 1 milione e 45 mila i bambini indigenti, quando erano ancora 375 mila 7 anni fa, il doppio rispetto ai 523 mila del 2011. Sono le dure cifre fornite dall’Istat, che dimostrerebbero come la povertà tra i minori sia fortemente correlata al grado di istruzione dei genitori.

La quasi totalità dei bambini poveri in Italia, infatti, ha genitori poco istruiti, nel 97% dei casi con un titolo di studio al massimo di diploma di scuola superiore. Nel 60% dei casi, poi, lavora solo uno dei genitori e il profilo professionale di questi è basso.

Bambini poveri, ecco i più a rischio

Stupisce stavolta che non si registrerebbe una differenza sostanziale tra Nord e Sud, ovvero i bambini poveri nel nostro paese sarebbero distribuiti piuttosto omogeneamente sul territorio nazionale, altro sintomo di come la crisi abbia colpito un po’ tutte le regioni. Andando ad analizzare le fasce di età più colpite, scopriamo che da un punto di vista percentuale è maggiormente a rischio quella tra i 14 e i 17 anni con l’11,2%, pari a 291 mila persone, ma in valore assoluto, la più esposta è quella tra i 7 e i 13 anni, che mostra un’incidenza del 10,3%, corrispondente a un esercito di 407 mila minori indigenti. Nella fascia da 0 a 3 anni, la povertà assoluta riguarda il 9,6% dei casi, pari a 193 mila bambini, scendendo all’8,1% tra i bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni, pari a 155 mila unità. E ancora: i maggiori tassi di povertà si registrano tra le famiglie numerose, quelle con almeno 3 figli.  

Stranieri più colpiti dalla povertà, sono il 40% del totale

Il 37,3% dei minori appartenenti a famiglie straniere è indigente, pari a 406 mila persone, così come il 19,8% di quelli che fanno parte di famiglie miste, ossia altri 84 mila minori.

Sono stranieri, quindi, 430 mila bambini poveri, il 40% del totale. Infine, il tasso di dispersione scolastica si aggira sul 15% in Italia, contro una media europea dell’11,1%. Al Sud si ha un picco del 20%. Riassumendo, potremmo dedurre i seguenti ragionamenti: oggi ha maggiori probabilità di essere povero nel nostro paese un bambino figlio di genitori poco istruiti, appartenente a una famiglia mono-reddito e, in particolare, qualora almeno uno dei genitori sia straniero. Si tratta di cifre abbastanza “scottanti” politicamente, perché evidenzierebbero lo stato di profondo disagio degli immigrati residenti in Italia, proprio mentre di dibatte da mesi se sia giusto o meno aprire le nostre frontiere ai disperati in arrivo dall’Africa, oltre che ai rifugiati siriani. Si direbbe che le probabilità che un immigrato possa dare un futuro migliore ai suoi figli in Italia siano non entusiasmanti, data l’elevata incidenza della povertà assoluta tra i minori stranieri, rispetto al totale dei presenti sul nostro territorio.