L’emergenza coronavirus continua così come continua la tendenza dei prezzi al rialzo di molti prodotti che ora costano di più. Dapprima erano le mascherine e i gel disinfettanti nell’occhio del ciclone per il forte rincaro dei prezzi ma ora anche i beni di prima necessità

Rincari al supermercato

Oltre alle strazianti storie di chi non può permettersi di comprare i generi alimentari per mancanza di lavoro arrivano anche svariate segnalazioni di alcuni supermercati che, approfittando del momento, hanno pensato di alzare i prezzi di alcuni prodotti maggiormente acquistati come frutta e verdura.

Si era parlato di una catena di un supermercato Conad nel torinese, come riporta anche Open, che aveva incrementato i prezzi di olio e pane con prezzi raddoppiati del 200%. Conad, in seguito, saputo il fatto, ha deciso di togliere la licenza al supermercato in questione. 

La denuncia a quanto pare non arriva solo dal Piemonte ma anche dal Presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo, che ugualmente ha segnalato importanti rincari in alcuni supermercati locali mentre l’associazione Codici ha fatto sapere che sta portando avanti un’indagine dopo che alcuni cittadini di Trapani hanno segnalato un aumento dei prezzi di beni di prima necessità.

Anche Federconsumatori, come scrive Next, ha segnalato pesanti rincari per alcuni prodotti tanto che la Gdo si è detta disponibile a mettere in campo delle iniziative per fermare il fenomeno. Una su tutte quella della Coop, che giorni fa ha comunicato di aver bloccato i prezzi fino al 31 maggio.

Vola il prezzo del grano

In linea generale, gli italiani stanno acquistando maggiormente determinati prodotti. Basti pensare alla farina con un aumento del 187% ma in linea generale a crescere sono i prezzi del grano e dei cereali così come riso bianco ,+47,3%, e di pasta di semola. 

Secondo la Coldiretti, la spinta all’aumento del prezzo del grano arriva dalla decisione della Russia di limitare le esportazioni.

L’associazione ha fatto notare che: “Gli effetti della pandemia si trasferiscono dunque dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi, come l’oro, fino alle produzioni agricole, la cui disponibilità è diventata strategica con le difficoltà nei trasporti e la chiusura delle frontiere ma anche per la corsa dei cittadini in tutto il mondo ad accaparrare beni alimentari di base dagli scaffali di discount e supermercati. Una preoccupazione che ha spinto la Russia a trattenere per uso interno parte della produzione di grano dopo esserne diventata il maggior esportatore del mondo”.

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