Continua il caos legato al passaggio da Auchan a Conad, che ha preso il via da poche settimane in alcuni punti vendita italiani. Un passaggio che sembra pesare soprattutto ai lavoratori che ancora oggi si ritrovano senza garanzie per il futuro. 

La situazione dei lavoratori

Nel Lazio, intanto, è andata in scena la protesta di 400 lavoratori dei supermercati Auchan e Sma che hanno manifestato a Roma in piazza Montecitorio e di Spagna mostrando lo striscione “Conad. Persone trattate come cose”. La paura dei dipendenti, infatti, è quella di perdere il lavoro dopo il passaggio a Conad.

Secondo Stefano Diociaiuti, segretario generale Fisascta Cisl Roma e Rieti “Ad oggi Conad non ha presentato alcun piano industriale né dato certezza sulle future condizioni contrattuali di lavoro che rischiano di far entrare le lavoratrici e i lavoratori nel mondo del precariato con l’applicazione di contratti esternalizzati e stagionalizzati in quanto la realtà Conad affida alcuni punti vendita a società esterne”.

Il modello della catena, infatti, si basa sull’assegnazione dei punti vendita a vari piccoli imprenditori e ciò rende la garanzia del posto di lavoro a 18mila dipendenti più difficile. La situazione sembra essere simile anche in Lombardia, dove si è svolto un incontro tra i rappresentanti del Gruppo Conad nella sede di Confesercenti a Milano, ma senza passi avanti. 

Sciopero dei supermercati il 30 ottobre 

E le proteste dei lavoratori non sembrano essere finite qui. Il 30 ottobre è stato organizzato un altro sciopero nei supermercati Sma, Simply e Auchan da parte dei sindacati Filcams-Cgil, Fisascat.Cisl e Uiltucs-Uil che hanno proclamato una serrata per tutto il turno di lavoro. A tal proposito Giuseppe Errico, Nicholas Pezzè e Mario Colleoni per la Filcams-Cgil di Bergamo hanno chiarito che  “Conad non si è presa nessun impegno formale nei confronti degli oltre 18mila lavoratori coinvolti in tutt’Italia, di cui circa 500 nella provincia di Bergamo.

Per loro, la cessione dovrebbe concretizzarsi entro il primo trimestre del 2020”. I sindacati lamentano, infatti, di non conoscere le prospettive future dei punti vendita e neppure le condizioni contrattuali dei lavoratori. 

Da ottobre e fino a febbraio 2020 andrà avanti il trasferimento per 110 punti vendita e 5.700 dipendenti. Già da questo mese sono partiti i primi cambi di insegna nei 40 punti vendita dislocati tra Lazio, Lombardia, Marche, Abruzzo, ed Umbria e nel primo trimestre 2020 dovrebbe avvenire il passaggio per altri 30 negozi.

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