Le aziende (non tutte) hanno letteralmente cambiato maniera di assumere personale. Di recente abbiamo osservato diversi esempi di realtà grandi o piccole incapaci di trovare forza lavoro ma che sono riuscite a far parlare di sé grazie ai social e al web (con quest’ultimo ormai diventato un rincorrersi di condivisioni e indignazione di massa). Vi ricorderete la storia, fortunatamente a lieto fine, dell’azienda veneta che pochi mesi fa non riusciva a trovare personale, faccenda presto risolta grazie all’aiuto dei media, una storia come tante simile a quella del ristorante milanese che ugualmente sembrava fermo all’incrocio dell’incertezza.

Le aziende si fanno davvero pubblicità per trovare lavoratori?

Potremmo continuare all’infinito ma poi c’è il risvolto della medaglia, basti pensare alla multinazionale McDonald’s che per una nuova apertura a Roma ha ricevuto 2mila candidature. Lasciando stare i motivi alla base del successo o l’insuccesso di una campagna di reclutamento e tutti quei discorsi sociologici sui giovani di oggi, svogliati e pretenziosi, resta da chiarire non tanto il perché di queste discrepanze ma il perché ormai fa notizia lamentarsi sui social dell’incapacità di trovare lavoratori o farsi pubblicità negativamente, come è accaduto al fast food milanese che sta facendo discutere in queste ultime ore. Basiamoci sui fatti.

McDonald’s: 2.300 candidati per 150 posti di lavoro, il caso emblematico

L’annuncio della discordia

A riscaldare gli animi delle giovani italiane è un annuncio di lavoro pubblicato da Burgez, società americana che come è facile intuire dal nome vende hamburger. A Milano ci sono tre punti vendita e su Facebook è apparso l’annuncio della discordia, quello che ha fatto rizzare i capelli a centinaia di giovani: “Stiamo cercando una cassiera per Burgez (via Savona). Se ci chiedete perché la maggior parte delle cassiere sono ragazze filippine vi rispondiamo perché le italiane il sabato hanno il moroso, il mercoledì hanno la palestra, la domenica la stanchezza, ecc.

Italiane, svegliatevi! Il lavoro c’è, siete voi che non ci siete. Per chi avesse voglia davvero di lavorare scrivete a….”.  

Non è difficile capire che l’intento dell’annuncio era proprio quello di provocare, colpire a fondo. E così è stato. In poche ore i commenti (la maggior parte non benevoli) all’azienda si sono sprecati ma la risposta non è tardata ad arrivare: “Ti prego facci una pessima pubblicità. Ci fai un favore”. Il botta e risposta piccato è andato per un po’ insieme al passaparola. Della serie basta che se ne parli, visto che funziona in tv può funzionare anche nel mondo del lavoro. L’annuncio ha ottenuto parecchie condivisioni e c’è da scommettere che seppur con modi forti il punto vendita citato non avrà nessuna difficoltà a trovare la commessa tanto cercata (che sia italiana o filippina poco importa). 

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