Con il passaggio della campanella, il governo di Giorgia Meloni è diventato operativo. Ieri, si è tenuto il primo Consiglio dei ministri per il disbrigo di formalità come l’assegnazione delle deleghe ai ministri senza portafoglio e la nomina del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ma in settimana ve ne sarà un altro per dare le primissime risposte contro il caro bollette. Urgono aiuti a favore di imprese e famiglie. E chissà che non si sia parlato di questo nell’incontro tra la premier e il predecessore Mario Draghi a Palazzo Chigi.

E’ durato un’ora e un quarto, inconsuetamente lungo per un passaggio di consegne. L’ex premier ha consegnato una cartella con le informazioni chiave per offrire a Meloni un quadro chiaro dello stato dell’economia italiana e dei conti pubblici.

Una “due diligence”, che si rende necessaria alla luce del momento assai grave che l’Italia si trova ad affrontare. Con la Nota di aggiornamento al DEF (NaDEF), il governo Draghi ha lasciato in eredità un “tesoretto” di 9,4 miliardi di euro. Infatti, ha stimato il rapporto tra deficit e PIL al 5,1% dal 5,6% programmato per quest’anno. E quel mezzo punto percentuale in meno equivale proprio ai suddetti 9,4 miliardi.

Meloni verso sostegni mirati sul caro bollette

Cosa ne farà il governo Meloni? La metà esatta servirà per attutire il caro bollette a carico delle imprese, prorogando il credito d’imposta sull’energia a tutto il mese di novembre. Con il Decreto Aiuti-bis, Draghi lo aveva esteso ai mesi di ottobre e novembre. Non dovrebbe esserci, invece, un nuovo bonus di 150 euro per i lavoratori. Semmai l’esecutivo vorrebbe semplificare l’accesso al bonus sociale, che spetta oggi alle famiglie con ISEE fino a 12.000 euro. L’idea sarebbe di renderlo automatico, senza che i beneficiari debbano farne richiesta.

Per i restanti 4,7 miliardi del “tesoretto”, l’ipotesi che avanza sarebbe di anticipare alcune voci di spesa previste per l’anno prossimo, come i fondi alle Ferrovie e il finanziamento delle missioni internazionali.

Così facendo, il rapporto deficit/PIL scenderebbe nel 2023 dal 3,4% tendenziale prospettato nella NaDEF al 3,1-3,2%. Sarebbe un segnale positivo per i mercati e la Commissione europea, in cerca di conferme sulla tenuta dei conti pubblici.

Per il resto bisognerà prorogare ancora una volta il taglio delle accise da 30,5 centesimi al litro (IVA inclusa). Certo, il recente calo dei prezzi alla pompa potrebbe persuadere il governo a procrastinare il sollievo per gli automobilisti parzialmente. Ma il discorso sembra ancora prematuro, anche perché la misura contribuisce a tenere a bada la già altissima inflazione.

Prezzo del gas sotto 100 euro/MWh

Questa mattina, la quotazione del gas sul mercato “benchmark” olandese è scesa sotto 100 euro per Mega-wattora, un livello che non si vedeva dal 14 giugno scorso. Resta elevato rispetto alla media vigente negli anni precedenti alla crisi dell’energia in Europa. Ad ogni modo, rispetto alla fine di settembre i prezzi risultano già sostanzialmente dimezzati. Una buona notizia sul fronte del caro bollette. Il Consiglio europeo di venerdì scorso ha assunto decisioni in materia di tetto mobile al prezzo del gas, istituzione di un nuovo indice per la determinazione del prezzo e acquisti congiunti obbligatori tra gli stati per parte dei rispettivi fabbisogni nazionali.

Ma è di tutta evidenza che una discesa netta e stabile delle quotazioni avverrebbe solamente nel caso in cui la guerra tra Russia e Ucraina perlomeno tendesse alla cessazione. Non sembra questo il caso, sebbene i dati sulla manifattura nell’Eurozona a ottobre si siano indeboliti al punto da far temere una imminente recessione almeno in Germania. E più l’economia dell’area si affievolisce, minore la domanda attesa di energia da parte delle imprese.

Lo spettro della crisi contribuisce, in buona sostanza, a darci una mano contro il caro bollette. Una tragica vittoria di Pirro.

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