La borsa americana rallenta la sua corsa, ma resta in positivo quest’anno. L’indice S&P 500, che monitora l’andamento delle prime 500 società più grandi di Wall Street, guadagna dall’1 gennaio oltre il 9%. Ma quali sono i colossi dell’azionariato a stelle e strisce. In questo articolo, vi proponiamo i numeri stratosferici dei primi 5 per valore di capitalizzazione, ovvero nell’ordine: Apple, Alphabet (società madre di Google), Microsoft, Amazon e Berkshire Hathaway (il fondo di Warren Buffett).

Insieme, questi giganti valgono in borsa quasi 3.000 miliardi di dollari (2.945 miliardi per l’esattezza), 1,5 volte il pil dell’Italia.

Nell’anno fiscale 2016, hanno fatturato complessivamente qualcosa come 750 miliardi, riuscendo a maturare profitti per quasi 94 miliardi e staccando dividendi per 23 miliardi, anche se a distribuire parte degli utili sono stati solamente Apple e Microsoft per rispettivamente oltre 12 e 11 miliardi. In media, quindi, il payout è stato inferiore al 25%, ma pari a zero per Google, Amazon e Berkshire. (Leggi anche: Titoli tecnologici giù, fine della bolla high tech?)

Tanto cash e performance superiore alla media

A questi valori, i 5 colossi americani quotano in borsa a quasi 4 volte il loro fatturato e a oltre 31 volte gli utili. Si consideri che attualmente le società quotate nell’S&P 500 valgono mediamente circa 23,5 volte gli utili, per cui stiamo implicitamente affermando che i suddetti big sarebbero “sopravvalutati” rispetto alle altre società del listino, sebbene non sia possibile effettuare un paragone così semplice. Teniamo conto, ad esempio, che 4 dei 5 colossi di cui sopra appartengono al comparto tecnologico, in cui gli investitori scommettono spesso sulla capacità futura di generare utili a ritmi crescenti. E ad oggi, le attese non sono andate deluse.

Aspetto non meno interessante riguarda l’immensa liquidità accumulata dalle grandi società USA. Si stima che al di fuori dei confini nazionali ne detengano per 2.600 miliardi, una cifra che corrisponderebbe a quasi un settimo del pil americano.

Le 5 grandi di cui sopra ne posseggono circa 585 miliardi, oltre un quinto del totale. Si tratta evidentemente di utili accantonati, come nel caso di Apple, che dal 1995 al 2012 non staccò il becco di un quattrino per gli azionisti e da allora ha iniziato a farlo solo su minacce di azioni legali da parte dei piccoli investitori. La sola mela morsicata sfiora i 250 miliardi di cash, di cui il oltre il 90% all’estero.

Infine, quanto sono cresciuti in borsa quest’anno? Amazon ha registrato guadagni per oltre il 27%, mentre le azioni Apple sono balzate di ben oltre il 40%. Alphabet ha segnato un rialzo del 18%, lo stesso all’incirca di Microsoft, mentre il fondo di Buffett chiude la classifica con un pur interessante +10%. In tutti i casi, quindi, siamo dinnanzi a performance superiori alla media del listino, segno che i grandi colossi continuerebbero a fare da traino per il resto di Wall Street. (Leggi anche: Bassi tassi reggono mercato azionario USA)