Nicusor Dan è in carica come presidente da pochi giorni e già deve affrontare una situazione a dir poco preoccupante per l’economia della sua Romania. L’Unione Europea ha appena inserito Bucarest tra le capitali alle quali saranno richiesti sforzi maggiori sul risanamento dei conti pubblici. E alla luce degli ultimi dati macroeconomici, le cose rischiano di andare anche peggio per il nuovo capo dello stato. A maggio l’inflazione ha rialzato la testa, salendo al 5,45% dal 4,85% di aprile e ai massimi da 13 mesi. Un brutto colpo per un Paese alle prese con gravi problemi di bilancio. La banca centrale potrebbe trovarsi costretta ad interrompere il ciclo dei tagli ai tassi di interesse, fissati ad oggi al 6,5%.
Conti pubblici fuori controllo
I rendimenti dei titoli di stato sono saliti negli ultimi mesi, anche a seguito delle preoccupazioni per la stabilità politica interna. Il decennale offre oggi l’1% in più rispetto all’autunno scorso. E anche questo contribuisce a deteriorare i conti pubblici, aumentando la spesa per interessi. Il deficit nel 2024 è stato del 9,3% rispetto al Pil. L’UE non crede che scenderà di tanto quest’anno, mentre il precedente governo aveva fissato un obiettivo al 7%, giudicato irrealistico dallo stesso Dan.
Ampio deficit commerciale
Tra le altre cose, il calo del deficit era stato previsto in base a una crescita dell’economia in Romania del 2,5%. Ma il target è palesemente gonfiato. Erste Group prevede un +1,3%. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo a febbraio non era andata oltre l’1,8%. A tradire è la bilancia commerciale, chiusasi in aprile con un passivo di 3,14 miliardi di euro.
Il deficit era stato di 2,66 miliardi nello stesso mese dello scorso anno. Nel primo quadrimestre del 2025, si è allargato a 12 miliardi, frutto di un +0,5% per le esportazioni e un +6% per le importazioni.
Nei 12 mesi al 30 aprile scorso, il deficit commerciale è esploso a 35,7 miliardi, pari al 10% del Pil. Un anno prima era stato dell’8,9%. Le importazioni nette pesano per un decimo dell’economia in Romania, la quale si rivela molto poco competitiva. In questo quadro diventa complicato risanare il bilancio, specie se non si dispone di una propria maggioranza in Parlamento. Il cambio con l’euro è sceso ai minimi storici. Servono 5,12 lei per acquistare 1 euro. Altro fattore che contribuisce all’aumento dell’inflazione.
Economia in Romania in panne, riforme difficili
Bucarest è appena uscita da una campagna elettorale lancinante. Il candidato sovranista George Simion è stato battuto dopo che a dicembre la Corte Costituzionale aveva annullato le elezioni presidenziali con l’euroscettico Calin Georgescu vincitore al primo turno e arrestato per presunti legami con Mosca. Le divisioni non aiutano a ipotizzare riforme in grado di rilanciare l’economia della Romania e al contempo a ridurre l’elevato deficit. Ciononostante, i bond in euro a lungo termine sono arrivati a guadagnare il 10% nell’ultimo mese, trainati dai risultati elettorali. Ma adesso sta arrivando il “fact checking” dei dati macro.