Si continua a discutere di riforma pensioni con particolare attenzione alle generazioni future. In questo senso si preme anche per tutelare maggiormente gli studenti degli ultimi anni di scuola.
Parliamo in particolare di quel periodo di alternanza scuola-lavoro che rappresenta un primo step importante per costruirsi una pensione. Prestare la propria attività da studenti presso aziende è comunque da considerarsi lavoro.
L’alternanza scuola lavoro
Si chiede pertanto da più parti che il periodo di alternanza scuola-lavoro sia considerato a tutti gli effetti riscattabile dal punto di vista pensionistico.
In alcuni Paesi europei è già previsto che il periodo di formazione degli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori possano riscattare i periodi lavorati per la pensione. In Italia manca ancora una legge che li tuteli, ma i tempi potrebbero essere maturi.
Anche perché ciò troverebbe applicazione al pari di quanto già avviene con il riscatto laurea. Periodi di studio che possono essere coperti, su richiesta, da copertura previdenziale a titolo oneroso.
Il riscatto dei contributi ai fini della pensione
La proposta parte dalla petizione parlamentare presentata da Giuseppina Gatto, ex funzionaria del Ministero dell’Economia, che ipotizza il riconoscimento del periodo di alternanza scuola-lavoro ai fini pensionistici.
Gatto propone di istituire un apposito fondo pensionistico da istituire anche con l’apporto delle aziende impegnate con le scuole. Un fondo dedicato a tutti quei giovanissimi impegnati nei progetti di alternanza scuola-lavoro che, al pari di tutti i lavoratori, offrono i propri sforzi alla produzione industriale. Quindi riconoscere agli studenti-lavoratori contributi figurativi per il periodo di formazione prestato presso aziende.
Come ricordano anche i sindacati, si tratta a volte di lavoro vero e proprio, svolto sotto la sorveglianza di un supervisore aziendale.