Per via di un decreto del 2024 cambia tanto in materia di dichiarazione dei redditi. Oggi che siamo nella fase piena della dichiarazione dei redditi essendo partita la presentazione del modello 730, ecco che la materia diventa importante per molti. E allora come non parlare della grande novità che il decreto prima accennato produce? Infatti è un qualcosa di tremendamente importante, che cambia le regole della dichiarazione per alcuni contribuenti.
“Buongiorno, sono Paolo, un lavoratore con partita IVA in regime forfettario. Lavoro con diversi committenti e da anni presento la dichiarazione dei redditi da solo. Mi collego al mio cassetto fiscale e provvedo da solo.
Ho provato a fare la stessa operazione adesso, o meglio ad iniziare a vedere di completare l’onere dichiarativo. Ma mi sono reso conto che non ho nessuna Certificazione Unica ad esclusione di quella dell’INPS che riguarda probabilmente l’assegno unico per i miei due figli. Prima di contattare i miei committenti, volevo capire da cosa dipende, perché magari mi sono perso qualcosa. Gli anni passati infatti ho sempre trovato le CU nel mio cassetto. Cosa posso fare? Avete suggerimenti?”
Dichiarazione dei Redditi 2025, stop ai CUD, ecco a chi non servono e perché
Nessun errore, nessuna anomalia e non c’è da chiamare nessun committente. Questa la risposta che possiamo dare al nostro lettore del quesito sopra riportato. Come detto in premessa, tutto nasce dal Dlgs numero 1 del 2024, altrimenti detto Decreto Semplificazione. In quell’atto infatti per i titolari di Partita IVA che sono dentro il regime forfettario, è previsto che non ci saranno più certificazioni uniche. parliamo delle CU o ex CUD come le chiama qualcuno.
E a far data dal primo gennaio 2025, quindi anche per l’anno di imposta 2024, la novità entra in vigore. Ecco perché sarà con le dichiarazioni dei redditi di quest’anno che questi soggetti dovranno cambiare modalità di presentazione del modello Redditi PF.
Ecco come si fa adesso con l’adempimento fiscale
La novità non è altro che uno step successivo all’entrata in vigore della fattura elettronica. Infatti anche per le Partite IVA in regime forfettario, è entrata in funzione la fatturazione elettronica. Fino allo scorso anno i contribuenti potevano collegarsi al loro cassetto fiscale con le credenziali di accesso SPID, CIE o CNS e scaricare le loro CU. Oggi invece questa operazione non si fa più. Tanto è vero che come ha visto il nostro contribuente e come ci dice, nel suo cassetto fiscale le CU non ci sono.
La Certificazione Unica fino ad oggi era anche per loro il documento fondamentale per apparecchiare la dichiarazione dei redditi. Perché era il documento riepilogativo da cui ricavare tutti i compensi percepiti dai vari committenti e magari tutte le ritenute subite.
Adesso per le Partite IVA in regime forfettario ecco che tutto ciò che si evinceva dalle CU in passato di dovrà riprendere dalle varie fatture. Sommando i compensi ricevuti, eventuali ritenute subite e così via dicendo.
Ecco i problemi che si materializzeranno
Il provvedimento nelle mire dei legislatori nasce da un fatto. Come si evince dal nome del decreto, parliamo di un atto che semplifica secondo i legislatori, le pratiche di dichiarazione. Effettivamente è vero che per i committenti viene meno l’obbligo di compilare e rilasciare entro metà marzo di ogni anno la Certificazione Unica. E diventa più facile per esempio, evitare errori che spesso nelle CU erano presenti e finivano con l’essere trasportati anche nelle dichiarazioni dei redditi. Ma se guardiamo alla totalità della situazione, è evidente che per chi come il nostro lettore si accinge a presentare la dichiarazione dei redditi, bisogna verificare fattura dopo fattura i compensi ottenuti. Oltretutto si guarda al principio di cassa. Perché i compensi da dichiarare sono quelli incassati nell’anno di competenza (il 2024 per la dichiarazione 2025).
Quindi, una fattura emessa a dicembre 2024 ma incassata a gennaio 2025, non va indicata. Oltretutto adesso diventa fondamentale conservare non solo le copie delle fatture per eventuali controlli. Ma bisogna anche conservare le copie delle ricevute dei bonifici. Proprio per allineare le fatture agli incassi e rendere la dichiarazione corrispondente alla realtà.