Dazi anche sulle medicine, Trump scuote anche i farmaci

Trump impone dazi del 25% sui farmaci importati: l’Italia rischia perdite fino a 2,5 miliardi. Allarme nel settore farmaceutico
2 settimane fa
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L’annuncio è arrivato con la forza tipica delle decisioni che segnano una svolta. Gli Stati Uniti, guidati dal presidente Donald Trump, hanno deciso di imporre dazi del 25% sui farmaci importati. È una mossa che cambia profondamente gli equilibri del commercio internazionale e che, per l’Italia, potrebbe trasformarsi in un problema molto serio. Il nostro Paese, infatti, è tra i maggiori esportatori di prodotti farmaceutici verso il mercato americano e una simile misura rischia di mettere in crisi uno dei settori più vitali dell’economia nazionale.

La svolta protezionista di Trump

Non è la prima volta che il presidente americano si schiera a favore di politiche protezionistiche.

Tuttavia, il comparto farmaceutico era finora rimasto fuori dal mirino delle tariffe doganali. La nuova misura, che entrerà in vigore tra poche settimane, punta a rilanciare la produzione interna e ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti esteri. L’obiettivo dichiarato è chiaro: riportare la manifattura farmaceutica negli Stati Uniti, considerata strategica non solo per motivi economici ma anche per la sicurezza nazionale.

Il piano prevede anche un’accelerazione delle procedure per l’apertura di nuovi impianti produttivi sul suolo americano. Sarà la FDA a facilitare il percorso, eliminando ostacoli burocratici e offrendo assistenza diretta alle imprese locali. L’idea di Trump è quella di garantire che i farmaci siano “Made in USA”, riducendo al minimo il ricorso alle importazioni.

Dazi farmaceutici, l’impatto sull’Italia

Per l’Italia, questa decisione rischia di essere un colpo durissimo. Il settore farmaceutico rappresenta da anni una delle eccellenze del Made in Italy e, soprattutto, una voce fondamentale per l’export. Oltre il 90% della produzione nazionale di farmaci è destinata ai mercati esteri e una fetta importante, circa un quinto, finisce proprio negli Stati Uniti.

Secondo le prime stime, l’introduzione di dazi del 25% potrebbe avere un impatto economico pari a circa 2,5 miliardi di euro per le imprese italiane. Una cifra enorme, che rischia di tradursi in perdita di competitività e, di conseguenza, in tagli alla produzione e all’occupazione. Le aziende del settore si troverebbero infatti a dover scegliere se assorbire l’aumento dei costi o trasferirli sui prezzi, con il rischio di perdere quote di mercato.

Non sorprende che la notizia abbia subito sollevato forti preoccupazioni in Italia e in Europa. Il presidente di Farmindustria ha chiesto un intervento immediato delle istituzioni comunitarie e del governo italiano per tutelare un settore strategico. L’appello è chiaro: i farmaci dovrebbero essere esclusi dalle logiche di guerra commerciale. Colpire questi prodotti significa infatti mettere a rischio non solo l’economia, ma anche l’accesso alle cure.

Anche tra gli esperti si fanno sentire voci di allarme. È stato sottolineato che nessun Paese al mondo è realmente autosufficiente nella produzione di medicinali. Il commercio internazionale è essenziale per garantire l’approvvigionamento e la disponibilità dei farmaci. Introdurre barriere doganali potrebbe dunque avere effetti imprevisti e potenzialmente gravi, creando carenze e facendo aumentare i prezzi a discapito dei pazienti.

Nuovi dazi e uno scenario incerto

Al momento, resta da capire se ci sarà spazio per la diplomazia.

L’Unione Europea sta valutando le possibili contromisure e non si esclude l’avvio di un dialogo con Washington per ottenere un’esenzione o, quantomeno, una rimodulazione della misura. Tuttavia, le premesse non sono ottimistiche. La linea della Casa Bianca sembra essere molto rigida e motivata da una visione incentrata sull’autarchia industriale.

Nel frattempo, le imprese italiane del settore farmaceutico stanno cercando di prepararsi al peggio. Alcune potrebbero decidere di rivedere le proprie strategie di esportazione, privilegiando altri mercati. Altre potrebbero valutare la possibilità di investire direttamente negli Stati Uniti per aggirare i dazi, anche se questa soluzione comporterebbe costi e rischi non indifferenti.

Il nuovo fronte aperto da Trump con l’imposizione dei dazi sui farmaci rappresenta un passaggio delicato per l’economia globale. Per l’Italia, in particolare, la sfida è doppia: difendere un settore di punta e allo stesso tempo garantire la continuità delle esportazioni verso il mercato americano. Le prossime settimane saranno decisive per capire se prevarrà il pragmatismo o se, al contrario, la logica dei dazi aprirà una fase di forte tensione commerciale anche in ambiti fino a oggi considerati off-limits come quello sanitario.

In sintesi.

  • Trump introduce dazi del 25% sui farmaci importati.
  • L’Italia rischia perdite per 2,5 miliardi di euro.
  • Preoccupazioni per export e accesso alle cure.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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