Sul portale dell’Agenzia delle entrate, nella sezione dedicata agli ISA è stato pubblicato il decreto del vice ministro dell’Economia e delle Finanze del 28 aprile 2025 con il quale viene definita la metodologia utilizzata dall’Agenzia delle entrate per elaborare la proposta di concordato preventivo biennale per le annualità 2025-2026, CPB.
La proposta rileva ai fini reddituali (Irpef e Ires) e del valore della produzione netta (IRAP). L’Iva non è interessata dal CPB.
La metodologia ossia l’elaborazione della proposta di CPB riguarda i soggetti ISA ossia titolari di reddito di impresa ovvero di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni.
La predetta metodologia, predisposta con riferimento a specifiche attività economiche, tiene conto degli andamenti economici e dei mercati, delle redditività individuali e settoriali desumibili dagli ISA e delle risultanze della loro applicazione, nonché degli specifici limiti imposti dalla normativa in materia di tutela dei dati personali.
Il tutto è finalizzato all’elaborazione della proposta di concordato per i contribuenti che, nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024, hanno applicato gli ISA.
Vediamo in che modo l’Agenzia delle entrate calcolerà la proposta di concordato preventivo biennale.
Il concordato preventivo biennale
Il concordato preventivo biennale, D.Lgs n°13/2024, è un accordo facoltativo fra l’Agenzia delle Entrate e chi svolge attività d’impresa o di lavoro autonomo – quindi partite IVA ordinarie, soggetti ISA e, in via sperimentale, i forfettari(solo per lo scorso anno) – che permette di fissare in anticipo il reddito da dichiarare e, di conseguenza, le imposte dovute per due anni (ad oggi 2024-2025). Fatte salve alcune poste di rettifica.
Non riguarda l’IVA, ma incide invece su IRPEF/IRES e IRAP.
Accettando la proposta del Fisco (calcolata sui dati ISA e su proiezioni macro-economiche) il contribuente ottiene maggiore certezza sui versamenti e benefici premiali, come l’esclusione da molti controlli; in cambio deve rispettare alcune condizioni di affidabilità – niente debiti fiscali o contributivi sopra 5.000 €, niente violazioni gravi o dichiarazioni omesse – pena la decadenza dall’accordo.
L’obiettivo del legislatore è quindi semplificare il rapporto Fisco-contribuente e favorire una programmazione fiscale più serena per professionisti e piccole imprese.
CPB 2025-2026. Approvata la metodologia per elaborare la proposta
Il nuovo decreto per il calcolo della proposta di CPB rende dunque operative, per il biennio 2025-2026, le regole del concordato preventivo biennale (CPB) per i contribuenti soggetti ISA.
Il provvedimento, pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, recepisce l’articolo 9 del D.Lgs 13/2024 e conferma la stessa architettura tecnica già utilizzata per il primo biennio, aggiornata però ai dati più recenti. Il decreto fa seguito all’approvazione del modello CPB e delle regole per adesione CPB, revoca e trasmissione
I cinque passaggi di calcolo
Partendo dai redditi dichiarati per il 2024, la proposta che il Fisco invierà a imprese e professionisti elaborata con le metodologia indicata nell’allegato 1 del decreto si forma attraverso queste tappe:
- misurazione degli indicatori elementari di affidabilità e di anomalia;
- analisi dell’andamento economico su tre esercizi (2022-2024);
- confronto con benchmark di settore ricavati dagli ISA;
- determinazione della base IRAP secondo criteri uniformi;
- Rivalutazione con proiezioni macroeconomiche: il reddito viene aggiornato usando le stime di PIL nominale per il 2025-2026.
Cosa contiene la proposta
La metodologia individua, per ciascun aderente:
- il reddito d’impresa o di lavoro autonomo ai fini IRPEF/IRES;
- il valore della produzione netta ai fini IRAP.
Clausole di tutela e correttivi
Il concordato cessa se eventi eccezionali (calamità, gravi danni aziendali, liquidazioni, ecc.) riducono di oltre il 30 % i redditi effettivi rispetto a quelli concordati.
Per eventi straordinari verificatisi nel 2025 sono previsti abbattimenti automatici del 10 %, 20 % o 30 % in base alla durata della sospensione dell’attività.
Per attenuare l’impatto, soltanto il 50% dell’eventuale incremento di reddito identificato per il 2025 (rispetto al 2024) concorrerà alla base imponibile di quell’anno. L’intero ammontare varrà dal 2026.
In sostanza, il decreto definisce un processo standardizzato e trasparente che combina i dati ISA del contribuente, i valori di settore e le previsioni macroeconomiche per stabilire in anticipo. E, con possibilità di rettifica in casi eccezionali, le imposte sui redditi e l’IRAP dovute nel biennio 2025-2026.
Riassumendo.
- Pubblicato il decreto (28 aprile 2025): fissa la metodologia con cui l’Agenzia delle Entrate formulerà la proposta di concordato preventivo biennale (CPB) per il biennio 2025-2026, destinata ai soggetti ISA.
- Ambito d’imposta: la proposta vale per IRPEF/IRES e IRAP; l’IVA resta fuori.
- Fonti dei dati: redditi dichiarati 2024, indicatori ISA, benchmark di settore e stime di PIL nominale 2025-2026.
- Contenuto della proposta: reddito d’impresa/lavoro autonomo e valore della produzione netta da “congelare” per due anni. Con riduzione graduale dell’incremento 2025 (solo il 50 %).
- Salvaguardie: in caso di eventi eccezionali (calamità, danni gravi, liquidazione, ecc.) la proposta può essere ridotta (-10 %, -20 %, -30 %). O cessare se il reddito reale cala oltre il 50 %.