Cos’è il menù ‘cieco’, perché è definito sessista e come sta colpendo i ristoranti italiani

I ristoranti italiani sarebbero "sessisti". La denuncia di una influencer australiana in vacanza a Venezia fa il giro dei social.
3 anni fa
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Ristoranti italiani 'sessisti'?

Ristoranti italiani nel mirino di una nota influencer australiana, niente di meno che per l’accusa di sessismo. A farne le spese è stato un locale di lusso di Venezia, del quale preferiamo non citare il nome per evitargli un’immeritata pubblicità negativa. La protagonista si chiama Abbey Chatfield, ha 26 anni e nei giorni scorsi è stata in Italia con il suo ragazzo Konrad-Bien Stephen. Nel capoluogo veneto, la coppia decide di cenare in un ristorante di lusso. Si siedono e il cameriere porta i menù ai due.

Lui inizia ad esclamare “è costoso!”, mentre lei chiede “e come lo sai?”. Al che il fidanzato le suggerisce di guardare i prezzi. E in quel momento Abbey scopre di essere in possesso di un cosiddetto “blind menù” o “menù cieco”.

In altre parole, a lei è stato portato un menù senza prezzi, contrariamente a quanto accaduto a lui. “Il patriarcato colpisce ancora”, scrive la giovane donna sul suo profilo social, facendo notare di essere lei a guadagnare di più e, quindi, a rigore le spettava il menù cieco al posto del ragazzo. Il post ha attirato commenti dei fans da tutto il mondo, molti dei quali hanno reagito sorpresi per l’accaduto. I giornali hanno riportato la notizia come un caso di presunto sessismo. Non sono stati pochi i lettori, per fortuna, ad avere notato che di questi tempi si dovrebbero trattare avvenimenti ben più seri.

Torniamo al menù cieco. Si tratta di una tradizione relegata alla fascia alta della ristorazione italiana. Possiamo definirlo un gesto di cavalleria nei confronti delle donne, chiaramente risalenti ad altri tempi. In pratica, quando un uomo e una donna siedono al tavolo di un ristorante, a lui viene portato il menù con i prezzi, a lei no. In questo modo, si sottintende che a pagare sia il primo e si desidera far scegliere la seconda senza che si preoccupi del costo.

Una tradizione che risale ai tempi in cui la donna raramente lavorava e, in ogni caso, il reddito principale era percepito dall’uomo.

Ristoranti italiani accusati di sessismo

Nel 2022, suona abbastanza strano. Anzitutto, perché siamo ormai abituati alla parità dei sessi anche sul mercato del lavoro, pur con tante storture ancora presenti. Secondariamente, perché la stessa immagine cavalleresca di un uomo che debba necessariamente pagare il conto per la donna non è più di moda. A dirla tutta, non è neppure detto che un uomo e una donna che vadano a pranzo o cena fuori siano marito e moglie o legati da un qualche rapporto affettivo. Potrebbero anche essere semplicemente colleghi di lavoro o amici.

Il menù cieco, a dirla tutta, è consegnato formalmente non alla donna, quanto all’ospite. A parte che risulta difficile a colpo d’occhio capire chi lo sia tra i commensali, è un dato di fatto che nel caso si tratti di un uomo e una donna, l’ospite automaticamente sia individuato nella seconda. Insomma, modi di fare d’altri tempi, ma che in questi giorni stanno facendo il giro del web. E non è pubblicità positiva per i ristoranti italiani. Gli influencer hanno una forte capacità di presa su nicchie dell’opinione pubblica. Queste tendono ad essere acritiche rispetto ai messaggi loro veicolati. Ne scaturirebbe una visione negativa dei ristoranti italiani, avvertiti come sessisti. Sappiamo che non sta né in cielo, né in terra. Ma tant’è. A conferma che la cura dell’immagine, in una società che sempre più si basa su di essa, sia un must nel mondo odierno.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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