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Oggi: 05 Dic, 2025

Condono, rottamazione e saldo e stralcio: ecco come sono le sanatorie delle cartelle

Il condono delle cartelle esattoriali, la rottamazione, il saldo e stralcio e la cancellazione automatica, ecco come sono le sanatorie.
5 mesi fa
3 minuti di lettura
Cosa succede adesso alle cartelle esattoriali mai notificate? Ecco una nuova linea della Corte di Giustizia Tributaria.
Foto © Pixabay

Da un lato c’è lo Stato, con l’urgenza di sfoltire l’enorme mole di cartelle esattoriali in gestione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione e con il bisogno di incassare denaro il prima possibile. Dall’altro lato ci sono i contribuenti gravati da cartelle non pagate. Perché avere cartelle esattoriali pendenti non è mai una buona cosa.

Chi le possiede non può avere auto intestate, pena il rischio di fermo amministrativo. Non può disporre liberamente di conti correnti, buste paga o pensioni, poiché soggetti a possibile pignoramento.

Chi pensa che i soggetti inadempienti siano semplicemente evasori da punire, dovrebbe considerare che esistono anche debiti nati da necessità, da impossibilità concreta di pagamento.

È proprio in risposta a queste esigenze divergenti tra Stato e cittadini che entra in gioco uno strumento ben noto, anche se dal nome generico: la sanatoria.

Il termine “sanatoria” racchiude infatti tutti quei provvedimenti che mirano a risolvere il problema delle cartelle, come condoni, rottamazioni, saldo e stralcio, cancellazioni d’ufficio e altri ancora. Ma come funzionano, nel dettaglio, ciascuna di queste misure?

Condono, rottamazione e saldo e stralcio: ecco come funzionano le sanatorie delle cartelle

Partiamo dal provvedimento più utilizzato negli ultimi anni per consentire ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione: la rottamazione delle cartelle.

Si tratta di un’iniziativa che consente, su domanda del contribuente, di chiudere le cartelle pagando meno rispetto al totale dovuto, poiché vengono eliminati sanzioni, interessi e aggio di riscossione. Inoltre, è prevista la possibilità di pagamento a rate.

Un esempio concreto è la rottamazione quater, entrata in vigore nel 2023. Le domande si chiudevano a giugno dello stesso anno, con un piano di pagamento avviato nell’ottobre 2023 e conclusione prevista a novembre 2027.

Si tratta della sanatoria attualmente in vigore, riservata a chi ha aderito in tempo e sta pagando regolarmente le rate, oppure a chi ha potuto rientrare grazie alla riapertura dei termini decisa dal governo per fine aprile 2025.

Una nuova rottamazione è attualmente allo studio, con alcune modifiche rilevanti rispetto alla precedente. Tra le novità più discusse: il possibile passaggio da 18 rate trimestrali a 120 rate mensili, ovvero una dilazione di 10 anni.

I vari tipi di sanatoria del governo, ecco gli strumenti usati spesso

Quando un governo introduce una sanatoria, le polemiche politiche non mancano. Solitamente sono i governi di centrodestra, come quello attuale, a promuovere misure di questo tipo. La sinistra è storicamente più restia, anche se, ad esempio, il governo Renzi (PD) ne varò una.

Le opposizioni tendono ad attaccare duramente, definendo le sanatorie come “regali agli evasori”. Ma, come detto, esiste anche l’evasione per necessità, e non è certo auspicabile che un cittadino viva con limitazioni gravi alla propria libertà economica.

D’altra parte, anche lo Stato ha un tornaconto: grazie alla rottamazione incassa almeno una parte del dovuto, da contribuenti che probabilmente non riuscirebbero mai a pagare per intero.

Diverso è invece il condono, che comporta la cancellazione totale del debito, senza obbligo di pagamento da parte dell’interessato.

Non solo rottamazione delle cartelle: anche saldo e stralcio, cancellazione d’ufficio e infine il condono

Negli anni passati, sono stati introdotti anche altri tipi di provvedimenti. Un esempio è la cancellazione automatica delle cartelle più vecchie, generalmente di importo inferiore a 1.000 euro, ritenute antieconomiche da riscuotere.

Un altro strumento, simile alla rottamazione ma con caratteristiche proprie, è il saldo e stralcio.

Questa misura consente al contribuente di saldare il debito con un forte sconto, spesso superiore alla metà dell’importo originario. È una prassi ispirata alle tecniche del recupero crediti: se hai un debito da 1.000 euro e non riesci a pagarlo da anni, ti viene proposta una soluzione: “paghi 300 euro subito e chiudiamo la pratica”.

Con lo Stato non funziona esattamente così, ma la logica del saldo e stralcio è simile: si cerca una soluzione sostenibile e immediata per il contribuente.

Ecco cosa significa condono delle cartelle esattoriali e le differenze dalla rottamazione

Il vero condono è però qualcosa di diverso. E non si tratta, come spesso viene detto, di una “tabula rasa” o di un “colpo di spugna”. I condoni riguardano solo i contribuenti in situazioni critiche, non più recuperabili.

Una cartella intestata a un soggetto nullatenente, fallito o deceduto senza eredi rappresenta per lo Stato un costo senza ritorno. È una zavorra che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve comunque continuare a gestire, sottraendo risorse umane ed economiche che potrebbero essere impiegate meglio altrove.

Ecco perché il condono non può essere definito un favore agli evasori, come spesso sostengono alcune forze politiche. Piuttosto, è una razionalizzazione dell’attività di riscossione, utile a liberare l’amministrazione da carichi ormai improduttivi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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