Codice della strada e droghe, il Ministero precisa un punto chiave

Le nuove regole del codice della strada puniscono chi è sotto effetto di droghe, ma la tolleranza zero va interpretata con un chiarimento.
1 mese fa
3 minuti di lettura
Codice della Strada
Foto © Licenza Creative Commons

Il Ministero della Salute ha pubblicato le nuove linee guida operative per l’applicazione dell’articolo 187 del codice della strada, riguardante la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. In molti hanno interpretato questa novità come una svolta verso una sorta di “tolleranza zero”, in cui basterebbe la semplice presenza di metaboliti nel sangue per essere sanzionati. Ma un’analisi attenta del documento rivela che non è così. Anzi, le linee guida introducono un principio fondamentale: per contestare la guida in stato di alterazione, è necessario dimostrare un legame stretto tra l’assunzione della sostanza e il momento della guida.

Questo chiarimento è cruciale, perché preserva la proporzionalità e l’equità dell’azione repressiva.

L’obiettivo è punire chi rappresenta un reale pericolo per la sicurezza stradale, senza criminalizzare chi non è più sotto l’effetto della sostanza al momento della guida. Vediamo cosa cambia davvero.

Le nuove regole del codice della strada non puniscono chi ha solo tracce residue

Secondo il documento ufficiale, per applicare correttamente l’articolo 187 è necessario dimostrare che la sostanza sia stata assunta in un arco temporale prossimo alla guida, tale da far presumere che i suoi effetti fossero ancora attivi. La locuzione chiave è: “dopo aver assunto”. Questo non significa “in qualsiasi momento nel passato”, ma in un lasso di tempo compatibile con l’effettiva alterazione durante la guida.

È un dettaglio fondamentale. Infatti, molte sostanze – come i cannabinoidi – possono lasciare tracce nell’organismo anche per diversi giorni, ma senza che ciò implichi ancora un effetto psicoattivo. Le nuove linee guida, quindi, non introducono una responsabilità oggettiva basata solo sulla positività tossicologica, ma richiedono un’analisi complessiva del contesto, dei tempi e delle condizioni.

Il referto tossicologico rimane un elemento chiave, ma deve essere integrato da una valutazione medica coerente con la possibilità che la persona fosse ancora sotto effetto al momento della guida. Questo vale, ad esempio, per situazioni come incidenti stradali o controlli in pronto soccorso, in cui viene effettuato un prelievo biologico.

Codice della strada: potenziati gli strumenti ma resta centrale la prova temporale

Il codice della strada si rafforza, ma non abdica alla razionalità. Le nuove indicazioni, infatti, confermano che non serve più che la polizia accerti direttamente lo stato di alterazione con elementi visivi (come lo sguardo vitreo, la postura instabile o la lentezza nei riflessi). È sufficiente il dato oggettivo ricavato da esami clinici, purché compatibile con un’assunzione recente.

Si tratta di una svolta importante per le forze dell’ordine, che spesso si trovano in difficoltà nel contestare la violazione senza prove evidenti sul posto. Ma, al tempo stesso, la norma non autorizza automatismi repressivi. L’esame tossicologico, da solo, non basta se non si riesce a dimostrare la vicinanza temporale tra consumo e guida.

In pratica, un soggetto che ha assunto una sostanza tre giorni prima – e che al momento della guida non è più alterato – non potrà essere punito solo per la presenza di tracce.

Questo rappresenta un importante bilanciamento tra la necessità di tutelare la sicurezza stradale e il rispetto dei diritti individuali.

Droghe e guida: più responsabilità, meno ambiguità

Il nuovo assetto normativo rende più chiaro il messaggio: la guida sotto l’effetto di droghe è un rischio reale e sarà perseguita con strumenti più efficaci, ma non in modo indiscriminato. Le linee guida escludono espressamente che la sola positività a sostanze psicotrope o stupefacenti, senza ulteriori elementi, possa giustificare la contestazione della violazione.

Ciò comporta che ogni accertamento dovrà essere supportato da un’analisi medica completa, capace di ricostruire il momento del consumo e la sua compatibilità con la guida. È un lavoro più complesso, ma anche più serio e rispettoso delle garanzie costituzionali. Per gli automobilisti, questo significa maggiore attenzione e consapevolezza: l’uso di droghe, anche occasionale, può comportare conseguenze molto gravi se si è alla guida poco dopo. Ma allo stesso tempo, chi ha smesso da tempo e non è più influenzato dagli effetti della sostanza non rischia sanzioni solo per un dato tossicologico “vecchio”.

In sintesi.

  • Le nuove linee guida sul codice della strada richiedono la prova di un nesso temporale tra droga e guida.
  • Non basta la semplice positività a una sostanza: serve compatibilità con l’effetto ancora attivo.
  • Le sanzioni colpiranno solo chi guida sotto l’influenza reale di stupefacenti, non chi ha solo tracce residue.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema ECONOMIA

come pagare rottamazione cartelle
Articolo precedente

Nuova rottamazione delle cartelle per 250.000 contribuenti, ecco come pagare

riforma tributi locali
Articolo seguente

IMU, TARI e tassa auto: cosa cambia con il nuovo decreto sui tributi locali