Che fine ha fatto il Green Pass e quanto è costato?

Il Green Pass ha inciso sull’Italia non solo a livello sanitario ma anche economico: ecco quanto è costato davvero
2 settimane fa
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Il Green Pass, introdotto in Italia nel 2021 per contenere la pandemia da COVID-19, non è stato solo uno strumento sanitario ma anche un fenomeno con un impatto economico considerevole. Tra costi diretti per lo Stato, spese per i cittadini e conseguenze per le imprese, il bilancio complessivo della sua adozione è stato significativo. L’obiettivo del certificato verde era consentire la riapertura delle attività in sicurezza, ma la sua gestione ha generato una lunga serie di voci di spesa e polemiche. Ora che il Green Pass è stato definitivamente archiviato, è possibile fare un bilancio di quanto è costato al sistema Italia.

Quanto è costato al governo il Green Pass

Per sviluppare e mantenere il Green Pass, il governo ha sostenuto costi diretti importanti.

La piattaforma nazionale per il rilascio e la verifica dei certificati ha richiesto ingenti investimenti in infrastrutture digitali e sicurezza informatica. Inoltre, per facilitare l’accesso al certificato a chi non era vaccinato, l’esecutivo ha deciso di calmierare i prezzi dei tamponi antigenici rapidi, stanziando circa 45 milioni di euro già nella prima fase di applicazione nel 2021. Questi fondi erano destinati soprattutto a garantire un prezzo accessibile per studenti e lavoratori, fissando i test a 15 euro per gli adulti e 8 euro per i minorenni nelle farmacie aderenti.

A livello europeo, il Green Pass rientrava nel più ampio Certificato COVID Digitale dell’UE, la cui infrastruttura ha comportato ulteriori investimenti condivisi tra gli Stati membri e Bruxelles, con una quota italiana che si stima attorno a decine di milioni di euro.

Costi per i cittadini: tamponi, vaccini e controlli

Per i cittadini, il costo del Green Pass è stato particolarmente elevato per i non vaccinati.

Per ottenere il certificato era necessario effettuare un tampone ogni 48 ore per poter lavorare, viaggiare o partecipare a eventi. Con un prezzo medio di 15 euro a tampone, chi lavorava cinque giorni a settimana ha speso fino a 180 euro al mese per mantenere il certificato attivo. Le famiglie con più membri non vaccinati hanno visto crescere esponenzialmente i costi, soprattutto in regioni dove i prezzi dei test non calmierati variavano tra 20 e 35 euro. Anche per i vaccinati non sono mancati costi indiretti, come le spese per eventuali certificati stampati o per gli aggiornamenti digitali in caso di nuove dosi.

Il Green Pass ha inciso in maniera significativa anche sul tessuto produttivo. Da un lato, ha permesso la riapertura di bar, ristoranti, cinema e palestre in sicurezza; dall’altro, ha creato difficoltà per quelle attività che hanno visto una riduzione della clientela non vaccinata. Secondo stime di Confcommercio e Federalberghi, l’introduzione del Green Pass ha comportato una perdita potenziale di circa 1,5 miliardi di euro nel settore turistico e della ristorazione nei primi mesi di applicazione. Molti esercizi hanno inoltre dovuto investire in sistemi per il controllo dei certificati, formazione del personale e dispositivi digitali, con spese medie di diverse centinaia di euro per ogni attività. Le aziende con più di 50 dipendenti hanno dovuto organizzare controlli quotidiani per l’accesso ai luoghi di lavoro, generando ulteriori costi operativi e rallentamenti nella produzione.

La fine del Green Pass e il bilancio finale

Il Green Pass ha perso progressivamente valore già dal maggio 2022, quando l’obbligo è stato rimosso per la maggior parte delle attività in Italia. A livello europeo, il Certificato COVID Digitale è scaduto il 30 giugno 2023. Oggi, il bilancio economico complessivo di questa misura è difficile da quantificare in modo preciso. Tuttavia, tra spese governative, costi per cittadini e imprese e gli effetti indiretti sull’economia, il Green Pass ha rappresentato un’esperienza con un prezzo molto alto per il Paese.

I punti salienti.

  • Il Green Pass ha comportato costi significativi per lo Stato, con oltre 45 milioni spesi per calmierare i tamponi.
  • I cittadini non vaccinati hanno sostenuto spese mensili fino a 180 euro per mantenere il certificato attivo.
  • Le imprese hanno subito perdite stimate in 1,5 miliardi di euro e costi per l’adeguamento ai controlli.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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