Ecco come salvarsi dal calcolo contributivo della pensione recuperando fino al 30% in più

Il calcolo contributivo della pensione è svantaggioso, ma ci sono le soluzioni per evitarlo facilmente.
1 anno fa
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Chi sono delle regole del sistema previdenziale italiano che sono abbastanza particolari e che devono essere conosciute dai lavoratori prima di andare in pensione. Per esempio, ci sono due diversi sistemi di calcolo della prestazione che dipendono dalla data di accredito del primo contributo a qualsiasi titolo versato da parte del lavoratore. Perché bisogna conoscere queste differenze? Perché a conti fatti basta poco per rischiare di perdere il 30% dell’importo della propria pensione. Basta un piccolo errore, magari per qualcosa che non si conosce bene e il danno è fatto.

“Gentile redazione, sono un dipendente pubblico nato nel 1962 e quindi ancora troppo giovane per andare in pensione. Infatti ho iniziato a lavorare solo dal mese di giugno del 1996. Volevo capire se in futuro la mia pensione sarà contributiva nonostante ho riscattato il periodo del servizio militare nonché i cinque anni del mio percorso di studio per la mia laurea. È solo una curiosità al momento ma mi servirà quando sarà il momento di andare in pensione. Una curiosità nata da dei discorsi con dei miei colleghi di lavoro.”

Ecco come salvarsi dal calcolo contributivo della pensione recuperando fino al 30% in più

Effettivamente sono due i sistemi di calcolo oggi adottati e cioè il sistema misto e il sistema contributivo. Infatti difficilmente c’è chi ha diritto al calcolo interamente retributivo della pensione poiché avrebbe dovuto interrompere la propria carriera a fine anno 1995 e non aver più lavorato fino a oggi. Con il sistema contributivo la pensione è calcolata esclusivamente su montante dei contributi, cioè sulla somma dei contributi accumulati durante la carriera lavorativa di un lavoratore.

Nel sistema misto invece, si adotta prima il sistema retributivo, poi quello contributivo. Quindi, una parte della pensione è calcolata col metodo retributivo cioè in base alle ultime retribuzioni avute durante la stessa carriera lavorativa. In pratica nel sistema misto fino al 1996 i periodi di lavoro vengono trasformati in pensione secondo il metodo retributivo mentre per i periodi successivi secondo il metodo contributivo.

Solo per quanti hanno maturato già 18 anni di contributi versati entro la fine del 1995, il calcolo retributivo arriva fino al 31 dicembre 2011. Mentre è contributivo per gli anni successivi.

Ecco come diventare retributivi e godere di una pensione anche del 30% maggiore

Sono proprio i lavoratori con una lunga carriera retributiva a essere i più penalizzati dal punto di vista del calcolo della pensione passando dal misto al contributivo puro. Infatti a conti fatti questi lavoratori rischiano di perdere anche un terzo della loro pensione teoricamente fruibile a 67 anni. Il nostro lettore però non può essere definito un contributivo puro anche se ha iniziato a lavorare nel 1996. Lo sarebbe stato se non procedeva con i riscatti di alcuni periodi con potenziale copertura figurativa.

Avendo però già avviato delle pratiche di riscatto (il servizio militare e il corso di laurea), il nostro lettore è diventato un contribuente da sistema misto. Ma questo è un vantaggio dal punto di vista dell’importo della pensione. Perché non ricadrà nel calcolo contributivo anche se secondo noi ci guadagnerà poco perché sono solo 6 anni di contributi figurativi quelli che entrano nel sistema retributivo.

Il vero vantaggio nel passare dal sistema contributivo al sistema misto

La pensione è più vantaggiosa nel sistema misto rispetto al sistema contributivo. Ma come detto è un vantaggio di poco conto per chi ha pochi contributi prima del 1996. Soprattutto se ha solo i figurativi da riscatto per esempio. Diverso il vantaggio dal punto di vista della possibilità di andare in pensione. Perché tra chi rientra nel misto e chi nel contributivo, esiste anche un vantaggio come uscita dal mondo del lavoro.

Infatti un contributivo puro per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età con 20 anni di contributi deve arrivare a prendere una pensione pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale.

Altrimenti deve aspettare i 71 anni di età. In quel caso non c’è alcun vincolo di importo della prestazione. A tal punto che bastano anche solo 5 anni di versamenti per poter andare in pensione.

Per i retributivi e quindi per chi rientra nel sistema misto, a 67 anni di età bastano sempre 20 anni di contributi e la pensione è liquidata a prescindere dal suo importo. Oltretutto, nel sistema misto le pensioni troppo basse possono essere integrate al trattamento minimo e godono delle maggiorazioni. Nel sistema contributivo invece queste somme aggiuntive non spettano.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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