Il risparmio postale ha compiuto 150 anni, una ricorrenza celebrata in questi giorni da Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti alla presenza del presidente Sergio Mattarella. Le masse gestite ammontano a 324 miliardi di euro: 94 miliardi depositati su 31 milioni di libretti e 230 miliardi su 39 milioni di buoni. Un contributo importante alla crescita dell’economia italiana, trattandosi di risorse investite nel tessuto industriale e finanziario domestico. Il legame tra italiani e buoni fruttiferi è stato molto forte fino alla metà degli anni Novanta, quando i tassi di interesse erano elevati. Con il tempo si è allentato, anche se la recente risalita dei tassi ha rinvigorito l’interesse dei risparmiatori.
E tra i prodotti offerti ci sono i buoni postali indicizzati, di cui vogliamo discutere nel presente articolo.
Tassi lordi reali
Il Buono indicizzato all’inflazione italiana ha durata massima di 10 anni. Esso offre i seguenti tassi di interesse effettivi lordi:
- 1 anno: 0%
- 2 anni: 0,25%
- 3 anni: 0,28%
- 4 anni: 0,30%
- 5 anni: 0,33%
- 6 anni: 0,36%
- 7 anni: 0,41%
- 8 anni: 0,47%
- 9 anni: 0,53%
- 10 anni: 0,60%
Rimborso del capitale e rivalutazione
Questi sono i tassi riconosciuti al risparmiatore in base alla durata dell’investimento e al netto dell’inflazione. Il rimborso del capitale risulta sempre possibile, infatti. Se avviene prima dei 18 mesi, tuttavia, il risparmiatore non avrà diritto agli interessi. Ipotizzando che il rimborso avvenga alla scadenza dei 10 anni, questi buoni postali indicizzati offrono un rendimento netto massimo reale di quasi il 5,4%. Ma ad esso dobbiamo sommare l’inflazione del periodo.
Tecnicamente, si fa riferimento all’indice FOI (Famiglie di Operai e Impiegati) al netto dei tabacchi. E’ lo stesso utilizzato dal Tesoro per i BTp Italia. Poiché non possiamo conoscere a priori quali saranno le variazioni dei prezzi al consumo nel futuro, è impossibile anticipare il rendimento netto nominale.
Quello che possiamo dirvi è che il calcolo degli interessi avviene ogni due mesi. Ogni anno, poi, gli interessi producono a loro volta altri interessi (capitalizzazione composta).
Buoni postali indicizzati
Dunque, i buoni postali indicizzati ogni due mesi rivalutano capitale e interessi per determinare il valore del rimborso. A differenza dei BTp Italia, come anticipato sopra, questi può essere richiesto anche prima della scadenza dei 10 anni, in ogni momento e senza subire perdite. Nei fatti, questo prodotto di Poste Italiane aiuta a salvaguardare il potere di acquisto dei risparmi. Rispetto al bond indicizzato del Tesoro, però, riconosce tassi reali molto più bassi. Considerate che a giugno il BTp Italia a 7 anni (scadenza 2032) è stato emesso con cedola minima di 1,85% e un premio fedeltà dell’1%.
giuseppe.timpone@investireoggi.it