BTP a 10 anni, tasso ai minimi del 2005 (3,29%). Scende ancora lo spread

Aste titoli di stato: assegnati buoni a cinque e dieci anni con rendimento ancora in calo. Venduti anche nuovi CCTeu con scadenza 2019. Torna la fiducia delle imprese italiane
11 anni fa
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Rendimento BTP a 10 anni a nuovi minimi da settembre 2005. L’ultimo test dell’Italia con le aste dei titoli di stato di marzo si è concluso con l’assegnazione di Buoni del Tesoro Poliennali e CCTeu per circa 9 miliardi di euro. Dopo il successo in settimana del collocamento di CTZ e BOT che hanno visto i rendimenti stazionare sui minimi storici (i tassi reali sono diventati ormai negativi), anche sulla parte lunga della curva, i rendimenti si sono abbassati, come ampiamente previsto dagli operatori.

Il differenziale di rendimento tra decennali italiani e tedeschi (spread) si attesta a 174 punti base, in restringimento dai 180 di inizio settimana, nonostante un andamento in positivo anche per la carta tedesca. A supportare l’intero comparto dei bond sovrani della zona euro, periferico e core,  sono le speculazioni rispetto alla messa in campo di nuove mosse espansive da parte della BCE a contrasto del rischio deflazione, innescate martedì dalla prime storiche aperture, seppur condizionate, da parte della Bundesbank a un piano di quantitative easing. In un clima che dall’inizio dell’anno resta dominato dalla caccia al rendimento, i titoli di Stato di Italia, Spagna e Portogallo continuano a correre, andando nella stessa direzione del Bund il quale, oltre all’attesa verso una nuova mossa espansiva di Francoforte, è sostenuto dallo spettro di un inasprimento della crisi tra Russia e Occidente.

 

 Aste titoli di stato: BTP 2,50% 2019, BTP 3,75% 2024 e CCTeu 2019

 

Entrando nel merito delle aste odierne, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha assegnato una nuova tranche del BTP decennale, la terza, con scadenza 1 settembre 2024 e tasso d’interesse del 3,375% (Isin IT0004992308). [fumettoforumright]Il buono poliennale è stato venduto per un importo di 3,75 miliardi di euro offrendo un rendimento lordo finale del 3,29%, in linea con le attese della vigilia e decisamente in calo rispetto all’asta del mese scorso (3,42%).

In ribasso anche i rendimenti del titolo di stato quinquennale BTP 2,50% 2019 (Isin IT0004992308) che è stato assegnato per 3 miliardi di euro, in quinta tranche, con un rendimento lordo a scadenza del 1,88% (2,14% in precedenza), ai minimi dall’introduzione dell’euro. La domanda è stata buona, soprattutto dall’estero e dall’Asia in particolare, con un bid to cover medio del 1,6. Così, se nella parte più breve della curva i rendimenti sembrano aver ormai toccato il fondo, i tassi dei titoli a medio-lungo, la cui remunerazione è giudicata ancora appetibile, continuano a segnare nuovi minimi. Collocato anche un nuovo  Certificato di Credito del Tesoro quinquennale per complessivi 3,25 miliardi di euro. Si tratta del CCTEu 15 novembre 2019 che corrisponde un interesse dell’1,20% sopra il tasso Euribor a sei mesi. Anche in questo caso il rendimento è risultato in calo a 1,30% (da 1,59%).

 

Cresce la fiducia delle imprese in Italia

 

imprese

Il contesto generale e il miglioramento del quadro finanziario pubblico sta dando importanti segnali anche all’economia reale. Cresce, infatti, a marzo l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane che passa a 89,5 da 88,2 di febbraio. L’andamento dell’indice complessivo rispecchia un miglioramento della fiducia delle imprese dei servizi di mercato e, più lievemente, delle imprese manifatturiere; risulta invece in diminuzione la fiducia delle imprese di costruzione e di quelle del commercio al dettaglio.E’ quanto emerge dalle rilevazioni diffuse oggi dall’Istat. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere sale a 99,2 da 99,1 di febbraio. L’Istituto di Statistica definisce il “clima di fiducia” sulla base di una serie di domande “ritenute maggiormente idonee per valutare l’ottimismo/pessimismo” delle imprese: giudizi e attese sulla situazione economica dell’Italia; attese sulla disoccupazione; giudizi e attese sulla situazione economica delle famiglia che incidono sui consumi e di conseguenza opportunità all’acquisto di beni durevoli.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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