Del fatto che l’INPS chieda soldi indietro ai cittadini, ai contribuenti e ai pensionati ci siamo occupati spesso. Le richieste riguardano la restituzione di ratei di pensione, di mensilità di Naspi e perfino delle ricariche dell’Assegno di Inclusione, proprio come succedeva una volta con il Reddito di Cittadinanza. Quindi non c’è nulla di completamente nuovo in ciò che vedremo oggi, che riguarda nuovamente l’INPS e le richieste di restituzione di somme indebitamente percepite dai beneficiari o erroneamente erogate dallo stesso Istituto Previdenziale. Ma oggi parliamo nello specifico del Bonus Asilo Nido, una misura largamente utilizzata da anni, che rappresenta un valido sostegno per le famiglie che devono affrontare il pagamento delle rette dell’asilo dei figli.
Adesso, però, sembra che l’INPS, dopo aver erogato il bonus a molte famiglie, abbia deciso di chiedere i soldi indietro. Da dove nasce questa richiesta?
Bonus nido da restituire: arrivano le lettere, ecco a chi
La notizia arriva da Salerno ed è stata ripresa da diversi organi di stampa locale. Tuttavia, riguarda potenzialmente tutti i cittadini che hanno usufruito del Bonus Asilo Nido.
Si parla infatti della restituzione delle somme indebitamente percepite legate a questo bonus. In pratica, è partita una vera e propria ondata di lettere con all’interno la richiesta formale di restituzione dell’importo ricevuto.
In molti casi, le cifre richieste risultano esorbitanti e le lettere contengono già il bollettino PagoPA, da saldare tramite QR Code, con scadenza fissata nel giro di soli 30 giorni.
Una situazione che può togliere il sonno e generare forte ansia nei destinatari, travolti da comunicazioni così drastiche e minacciose.
Molto dipende dall’ISEE del nucleo familiare
Come spesso accade, che si tratti di pensioni, di sussidi o di ammortizzatori sociali, di bonus come quello per gli anziani, il meccanismo non cambia. Si parla sempre di indebite percezioni, che possono derivare da motivi molto diversi tra loro.
Uno dei motivi principali riguarda un ISEE non conforme, magari con una certificazione inizialmente rilasciata, ma poi successivamente corretta.
Ad esempio, può succedere che:
- nella dichiarazione ISEE sia inserito un soggetto invalido che nel frattempo ha perso il diritto all’invalidità;
- sia stata dichiarata un’invalidità grave quando in realtà si trattava di un’invalidità media;
- il nucleo familiare indicato nell’ISEE non coincida con quello effettivo;
- siano stati omessi redditi o patrimoni rilevanti ai fini del calcolo ISEE.
Tutte situazioni che possono portare a percepire il Bonus in misura superiore al dovuto e, di conseguenza, a ricevere da parte dell’INPS la richiesta di restituzione.
Bonus nido: ecco le cifre prima ricevute e poi da restituire
È utile ricordare che il Bonus Asilo Nido varia da 1.500 a 3.000 euro annui, ma solo per i figli nati prima del 1° gennaio 2024.
Per i nati dal 2024 in poi, la soglia massima sale a 3.600 euro.
Nello specifico:
- il bonus massimo di 3.000 euro spetta ai contribuenti con un ISEE familiare fino a 25.000 euro, se il figlio è nato prima del 2024;
- per chi ha un ISEE compreso tra 25.000 e 40.000 euro, il bonus massimo scende a 1.500 euro;
- per i figli nati dal 2024, il bonus può arrivare a 3.600 euro se l’ISEE non supera i 40.000 euro.
È evidente che, se si superano le soglie ISEE previste, l’INPS può legittimamente chiedere la restituzione delle somme.
Considerando gli importi in gioco, il rischio è quello di dover restituire cifre piuttosto pesanti, con conseguenze economiche significative per le famiglie coinvolte.