Banche più ricche, quanto guadagnano e come fanno profitto?

Ecco quanto guadagnano le banche più ricche in Italia: classifica e strategie di profitto dei grandi istituti.
1 mese fa
3 minuti di lettura
banche più ricche
© Licenza Creative Commons

Nel contesto economico attuale, dove inflazione, tassi d’interesse e crisi internazionali dominano la scena, gli istituti di credito si confermano tra le aziende più redditizie del Paese. Ma quali sono le banche più ricche e quanto guadagnano davvero? E soprattutto, come fanno profitto? La recente classifica pubblicata da InItalia ci fornisce dati aggiornati, rivelando non solo i margini enormi delle principali banche, ma anche un divario crescente tra istituti maggiori e banche minori.

Come fanno profitto le banche

Il modello di guadagno delle banche è molto articolato, ma si basa essenzialmente su tre pilastri: margine di interesse, commissioni e gestione finanziaria.

Il margine di interesse è il cuore pulsante del sistema bancario. Le banche raccolgono denaro dai risparmiatori, spesso offrendo tassi contenuti sui conti correnti o di deposito, e lo prestano a condizioni più onerose a famiglie, imprese o enti pubblici. La differenza tra gli interessi incassati e quelli pagati costituisce il margine, amplificato negli ultimi anni grazie all’aumento dei tassi imposti dalla Banca Centrale Europea. Questo significa che, a parità di prestiti erogati, il guadagno netto delle banche è aumentato in modo sensibile.

Le commissioni rappresentano il secondo grande canale di guadagno: carte di credito, bonifici, gestione patrimoniale, consulenze finanziarie, assicurazioni e costi accessori di vario genere. Il settore bancario ha saputo trasformare quasi ogni servizio in un’occasione di monetizzazione, talvolta introducendo commissioni anche su operazioni che fino a pochi anni fa erano gratuite.

Infine, la componente finanziaria e speculativa: le banche investono parte della loro liquidità in titoli di Stato, obbligazioni, derivati e altri strumenti finanziari, cercando di massimizzare i rendimenti.

Alcuni istituti hanno interi dipartimenti di trading e gestione portafoglio, capaci di generare utili elevatissimi in tempi relativamente brevi.

La classifica delle banche più ricche

La classifica stilata da InItalia si basa sui dati di bilancio riferiti all’utile netto del 2023, offrendo un quadro dettagliato dei guadagni dei maggiori gruppi bancari italiani. A dominare è Intesa Sanpaolo, che nel 2023 ha realizzato un utile netto pari a 7,72 miliardi di euro, confermandosi come la banca leader in Italia. Alle sue spalle, Unicredit segue con un risultato anch’esso straordinario: 8,6 miliardi, pur gestendo una rete leggermente più internazionale rispetto a Intesa.

Al terzo posto si colloca Banca Mediolanum, che ha chiuso l’anno con un utile netto di 738,2 milioni di euro, confermando la solidità del suo modello fondato sull’integrazione tra banca, assicurazione e gestione patrimoniale. A ruota seguono Banca Generali con 297 milioni e Banca Popolare di Sondrio, con 278,6 milioni. Il resto della top ten comprende istituti come Banco BPM (1,26 miliardi), Crédit Agricole Italia (832 milioni), BPER Banca (1,52 miliardi), FinecoBank (468 milioni) e Credem (414 milioni). La forbice tra i primi due colossi e le altre banche risulta evidente: Intesa e Unicredit insieme concentrano la gran parte degli utili del settore in Italia.

Questo livello di profittabilità ha inevitabili conseguenze sui clienti. Le banche, mentre registrano utili record, non sempre riversano parte di questi guadagni sotto forma di vantaggi ai correntisti.

I tassi sui conti deposito restano contenuti, le commissioni aumentano, e l’accesso al credito è ancora selettivo. In particolare, famiglie e piccole imprese lamentano costi in crescita per servizi essenziali e una certa rigidità nell’erogazione di prestiti.

Allo stesso tempo, però, va detto che gli utili servono anche a rafforzare il capitale degli istituti, aumentando la loro resilienza in caso di shock finanziari. Le banche con solidi profitti possono investire in tecnologia, sicurezza informatica e innovazione, elementi cruciali in un’epoca segnata da digitalizzazione e minacce cibernetiche.

Banche più ricche, una concentrazione di potere finanziario

Un altro aspetto da considerare è la concentrazione crescente del potere bancario in poche mani. Se un tempo il sistema italiano era frammentato in centinaia di banche locali, oggi il panorama è dominato da pochi grandi gruppi. Questo fenomeno ha ridotto la concorrenza, portando a una standardizzazione delle offerte e a una maggiore difficoltà per i piccoli istituti di sopravvivere. Le banche più grandi possono permettersi economie di scala, tecnologie avanzate e servizi integrati, che mettono in difficoltà gli attori minori. Di conseguenza, i cittadini si ritrovano sempre più spesso a doversi affidare a pochi marchi dominanti, spesso con margini di scelta molto limitati.

La classifica di InItalia mostra chiaramente che il settore bancario italiano è in buona salute e genera profitti imponenti. Ciò nonostante, questa ricchezza si accompagna a dinamiche di mercato che meritano attenzione: dalla concentrazione del potere alla scarsa redistribuzione dei guadagni verso i clienti. Sapere come e quanto guadagnano le banche italiane non è solo una curiosità: è un elemento essenziale per comprendere gli equilibri del sistema finanziario e le implicazioni per cittadini, imprese e istituzioni.

In sintesi.

  • Le banche italiane guadagnano principalmente da interessi, commissioni e investimenti.
  • Intesa Sanpaolo e Unicredit dominano la classifica con utili miliardari.
  • I profitti non si traducono sempre in vantaggi per i clienti, e la concorrenza si riduce.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017, scrive per il web dal 2010.
Da autore letterario ha scritto il graphic novel Notteterna e la raccolta di racconti L'Orrore Dentro edita dalla Diana Edizioni.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia potrà mai replicare.

Ayatollah Khamenei rischia di perdere il potere
Articolo precedente

L’Iran dell’ayatollah è un’economia a pezzi, dai balconi il popolo grida la sua rabbia

mondiale per club
Articolo seguente

Mondiale per club, quanto incassa chi vince il torneo?